Testo di Matteo Manara, foto di Roger Lo Guarro
Anna ha appena condotto alla Casa del Sorriso di Napoli un laboratorio psicomotorio per adolescenti. Parallelamente, porta avanti percorsi di affiancamento individuale con minori anche più piccoli. Ecco le storie di Nico e Giacomo e come anche il tuo aiuto ha contribuito a cambiarle!
Anna, psicologa e psicoterapeuta, lavora da circa un anno e mezzo con adolescenti e minori a rischio nell’ambito della Casa del Sorriso di Napoli. Le età dei beneficiari che assiste, conducendo laboratori psicomotori così come percorsi di affiancamento individuale, sono diverse, e ognuna presenta le sue specificità. In tutti i casi l’obiettivo finale è quello di accompagnare bambini e ragazzi in ciò che hanno bisogno e verso uno sviluppo positivo delle loro capacità, della loro personalità, dell’ecosistema di relazioni all’interno del quale vivono.
Recentemente Anna ci ha raccontato due storie particolarmente significative che hanno caratterizzato l’attività degli ultimi mesi.
Nico è un giovane di 13 anni che vive in una comunità per minori da più di metà della sua vita, in seguito ai maltrattamenti che subiva dalla madre. A causa di questo vissuto, è un ragazzo che fa più fatica di altri a mettersi in gioco in attività di gruppo, come quella proposta, per esempio, ogni autunno nel laboratorio di psicomotricità, che unisce il coinvolgimento del proprio corpo alla condivisione ed espressione del proprio vissuto interiore. “Lo scorso anno non volevo partecipare, non mi sentivo pronto” dice Nico ad Anna quando spontaneamente dichiara di voler partecipare al nuovo laboratorio. “Ed è stato sin da subito entusiasta, mostrando curiosità per tutti gli esercizi svolti e partecipando con costanza e impegno”, sottolinea Anna. Durante il laboratorio Nico ha stretto un’amicizia con una ragazza della sua età, iniziando a raccontare in maniera più intima la propria storia personale e parlando apertamente del suo passato, senza nascondere – come invece era solito fare – di vivere in una casa famiglia. Un passo avanti molto importante nel suo percorso!
Giacomo, invece, ha qualche anno in meno, quasi 9. “Un bambino molto sensibile”, racconta Anna, “purtroppo condizionato sia a casa che a scuola da una serie di paure paralizzanti. In una seduta ha prodotto un bellissimo disegno, mi ha raccontato ed elencato tutte queste paure e le ha disegnate come se fossero tante palline di gelato su un grosso cono. Ogni volta che una paura spariva riprendevamo quel disegno per barrare la paura e gioire del progresso”. E le paure scomparse sono tante, se è vero che Giacomo si è affidato moltissimo, che i suoi genitori hanno visto in lui cambiamenti importanti, e che in tutti i membri della famiglia c’è una nuova consapevolezza: di quanto sia importante gestire più serenamente e in modo più trasparente litigi e discussioni, riconoscendo reciprocamente quando si sbaglia. “Questa storia l’ho voluta condividere perché Giacomo ha lasciato un segno con la sua dolcezza e sensibilità”, conclude Anna. “Spero che il lavoro fatto insieme gli abbia dato la possibilità di vedere che queste sue qualità sono la sua più grande risorsa, invece che un difetto come lui si prefigurava”. E che gli possano servire nell’inseguire il suo sogno: quello di diventare un grande giocatore di basket!