testo di Matteo Manara
Victor è un bambino di 4 anni, socievole e sorridente, che vive in un alloggio popolare nel quartiere San Paolo di Bari.
Per chi non lo conoscesse, San Paolo è un quartiere nato negli anni ’60, la cui popolazione è numerosa e variegata: qui vivono inoccupati, disoccupati, operai e anche liberi professionisti, mentre una fetta di abitanti è costituita da persone aventi pendenze penali. Nel quartiere, dove non manca una zona residenziale, giganteggiano gli alloggi popolari e dai porticati dei palazzi sono state ricavate case abusive. Gli esercizi commerciali sono pochi, così come limitati sono i luoghi di aggregazione a disposizione di bambini come Victor.
In questo contesto già di diffusa povertà socio-culturale, la famiglia di Victor soffre di una condizione economica particolarmente complicata. La mamma, una giovane di 25 anni, è casalinga, il papà operaio, e l’alloggio dove vivono è quello dei nonni materni. La nonna è affetta da una grave malattia e periodicamente deve sottoporsi a terapie mediche anche fuori Bari.
Una situazione di disagio che si manifesta in Victor con forti difficoltà legate al linguaggio, pur in assenza di deficit cognitivi. Le sue carenze a livello fonetico e verbale si trasformano spesso nell’incapacità di comprensione e ascolto da parte dei più grandi. Insomma: Victor è un bambino come tutti gli altri, ma ha bisogno di essere accompagnato in un percorso di crescita e soprattutto di trovare nuove possibilità di espressione e socializzazione dopo mesi di isolamento a causa della pandemia… di sostituire un tempo di valore ai pomeriggi passati davanti alla TV a guardare cartoni animati o il papà giocare alla Playstation.
Quando, all’inizio dell’estate, la mamma di Victor iscrive volontariamente il bambino nel campo estivo del progetto “IoConto”, realizzato dalla Fondazione Giovanni Paolo II con il supporto di Cesvi, negli occhi del piccolo si legge grande entusiasmo.
Al campo estivo, dove per la prima volta dopo tanto tempo può utilizzare uno spazio diverso dalla propria abitazione e ritrovare una routine giornaliera strutturata e cadenzata, Victor si mostra un bambino fondamentalmente sereno, incuriosito dai libri e dai nuovi amici, ma vengono alla luce anche le sue fatiche: necessita continuamente di conferme rispetto alle sue capacità, si distrae facilmente, è lento nel portare a termine i laboratori e ha bisogno di sollecitazioni per proseguire il lavoro cominciato.
Il cammino è lungo, ma anche il lavoro degli educatori per aiutare Victor è appena iniziato. Sua mamma desidera che il bambino, anche dopo l’estate, possa continuare a frequentare il progetto perché, come continua a ripetere sia al centro che in famiglia: “Queste attività aiutano mio figlio a crescere meglio!”.
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Cesvi ha pubblicato il terzo Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia che fotografa e sintetizza lo status quo delle 20 regioni italiane in tema di maltrattamento infantile. Quest’anno l’Indice è dedicato al tema della resilienza, analizzata anche sotto la lente della crisi generata dal Covid19.