di Milena
Mi chiamo Milena e ho 17 anni. Ho vissuto un’infanzia difficile e dolorosa, sentendomi sola, diversa, esclusa da ogni possibilità di vivere una vita normale. Quella vita fatta di scuola, gioco e felicità che dovrebbero poter vivere tutti i bambini del mondo, nessuno escluso, e che invece, per me e per i miei fratelli, è sempre rimasta solo un sogno.
Vivo a Villa Maria del Triunfo, vicino a Lima, la Capitale del mio Paese, il Perù. Ho due fratelli, uno più grande e uno più piccolo di me. Mia madre ci ha abbandonato quando avevo solo 5 anni, e così mio padre si è preso cura di noi. Per lui non è stato facile occuparsi di tre figli così piccoli da solo, perché all’epoca lavorava saltuariamente come riciclatore e, in alcuni periodi dell’anno, mi portava a lavorare con sé nel circo della zona, dove lo aiutavo a guadagnare qualche soldino ballando o partecipando ad alcuni spettacoli. All’epoca avevo 9 anni, facevo la quarta elementare ed è stato proprio allora che ho conosciuto la Casa del Sorriso Cesvi.
L’incontro con gli operatori della Casa del Sorriso, nella mia mente di bambina, aveva fatto sorgere tante domande. Cosa vogliono da me queste persone che non conosco? Perché mi hanno inserita in un gruppo di tante bambine? E queste bambine cosa hanno in comune con me? Non capivo cosa stesse accadendo ma poi, solo in un secondo momento, mi sono resa conto che la mia vita era in pericolo, ero esposta a sfruttamento sessuale, e queste persone volevano semplicemente aiutarmi e proteggermi.
Quando ballavo nel circo non ci pensavo, ma quando mi sono resa conto che quello che mi chiedevano di fare era sbagliato, ho chiesto alle operatrici della Casa del Sorriso di parlare con mio papà per metterlo al corrente della gravità della situazione. Insieme abbiamo fatto un ottimo lavoro, mi hanno offerto orientamento ed accompagnamento e il supporto della psicologa con la quale parlavo molto e alla quale raccontavo della mia vita.
Mi hanno aiutato anche ad ottenere la Carta d’Identità per me e i miei fratelli e mi hanno sempre seguita venendo anche a trovarmi a casa per sapere come stavo. E proprio loro alla fine sono riuscite a convincere mio padre a dividere la piccola stanza dove vivevamo in due vani, uno per me e mia sorella e l’altro per lui e mio fratello. Fu in quel momento che dissi a mio padre che non sarei più andata a ballare al circo, che avrei fatto tutto il possibile per migliorare negli studi e che mai e poi mai avrei rinunciato a frequentare la Casa del Sorriso dove, partecipando ai laboratori e alle tante attività educative e ricreative, ho imparato moltissime cose importanti. Oggi posso dire di aver ritrovato me stessa e la mia serenità, mi sento molto sicura di me e ho ricevuto importanti strumenti psicologici per proteggermi da abusi e violenze.
Il mio sogno di una vita normale sta diventando realtà e ho nel cuore il desiderio di ringraziare non solo tutte le operatrici Cesvi che mi hanno cambiato la vita, ma soprattutto tutti coloro che, con generosità, altruismo e umanità, sostengono concretamente la Casa del Sorriso della mia terra. Grazie!
Foto di Yofre E. Morales Tapia