di Roberto Vignola
Negli ultimi giorni ho visitato Lima, la capitale del Perù dove, da oltre 15 anni, Cesvi ha aperto una Casa del Sorriso per combattere lo sfruttamento, la violenza sessuale e la tratta di bambine e ragazze minorenni. “Un fenomeno molto diffuso nel paese” mi racconta la collega del Cesvi Monica Puello che, come psicologa, ha dedicato la sua vita a combattere questa piaga. Non è facile comprendere il lavoro condotto dal Cesvi in questo ambito. “La nostra Casa del Sorriso si è trasformata in un progetto itinerante perché, negli anni, il fenomeno dello sfruttamento, della violenza e della tratta di minorenni è cambiato“. “Siamo dovuti scendere nelle strade dove le ragazze erano costrette a prostituirsi, prenderci cura di loro, supportarle psicologicamente, convincerle che non erano sole e che con noi avrebbero potuto trovare un riscatto a una vita misera e di sfruttamento. Abbiamo dovuto comprendere le ragioni molteplici del fenomeno e adottare un approccio personalizzato per trovare una soluzione per ogni singolo caso” – continua Monica. Sì, perché ogni singolo caso è diverso.
Il progetto della Casa del Sorriso aiuta ragazze che sono state costrette alla schiavitù sessuale per la povertà, perché hanno conosciuto il trauma della violenza sessuale e questo le ha segnate per sempre o ancora perché sono vittime di tratta, ovvero qualcuno le ha costrette. Ogni storia è diversa dall’altra e merita attenzione e soluzioni ad hoc. Come la storia di Rud, che ha perso entrambi i genitori in tenera età ed è stata messa sulla strada da sua zia all’età di 12 anni. Oggi ne ha 15 ed è in carico a Cesvi che le sta facendo seguire un corso di formazione come manicurista e parrucchiera. Si porta dietro ancora tanti disturbi della personalità, ma piano piano ce la sta facendo. Mentre ci dà una dimostrazione di come ha appreso a fare la manicure, la guardo e continuo a pensare che è poco più di una bambina nei movimenti, nel fisico esile e nella voce timida, e mi chiedo come sia stato possibile che un orco cattivo le abbia fatto vivere un’esperienza simile. Mi dice “Grazie, grazie perché mi state facendo studiare, grazie perché con voi potrò dimenticare le notti in cui mi hanno costretto a fare cose orribili e diventare indipendente costruendomi un futuro migliore“.
Quel GRAZIE non è certo per me, ma per te che hai creduto nel sostegno regolare del nostro progetto e sei l’eroe che ha sottratto la piccola Rud alle grinfie dell’orco cattivo.
Tu sei e sarai la luce e la gioia che questa bimba così provata merita, e il suo GRAZIE è solo per te.
Foto di copertina di Roger Lo Guarro: Rud e un suo compagno durante il corso di formazione del Cesvi.