Samira è posata e forte mentre ricorda di come viveva prima della guerra. Dieci anni fa, non avrebbe mai immaginato di perdere il suo modo di vivere: vestiti eleganti, cene al ristorante, una bella casa. Ma la ricchezza della sua famiglia ha attirato l’attenzione delle milizie. Hanno preso d’assalto e devastato la sua casa, costringendo lei e i bambini a fuggire a Misurata.
Fu mentre era a Misurata che suo marito fu ucciso. Samira non ha avuto la possibilità di seppellire suo marito, e questo la tormenta ancora oggi. Si sentiva isolata e impotente: essendo vedova e profuga, e avendo perso tutti i suoi beni e risparmi, la sua sopravvivenza e quella dei suoi figli dipendeva dalla generosità dei parenti. Per una persona che non aveva mai provato l’umiliazione di chiedere l’elemosina questo era insopportabile. Una depressione paralizzante si insinuò in lei per cinque anni.
“Avrei dovuto completare i miei studi, lavorare, superare il dolore interiore e non lasciare che la tristezza dominasse il mio essere” ma il trauma e la mancanza di supporto emotivo l’hanno portata a sentirsi impotente, influenzando anche il benessere dei suoi figli. “I miei figli erano come prigionieri, non permettevo loro di uscire di casa; solo ogni tanto veniva mio fratello e li faceva uscire”.
Grazie all’aiuto psicologico di Cesvi, questa donna di 43 anni è riuscita a superare il dolore e ad avere speranza nel futuro. Il supporto psicologico su misura che Cesvi ha fornito a Samira le ha permesso di sentirsi a suo agio e al sicuro e ha generato in lei la speranza che la sua vita possa cambiare in meglio focalizzandosi sullo sviluppo delle sue capacità.
Questo aspetto è il punto principale del modello di Resilienza che Cesvi promuove per proteggere i gruppi vulnerabili in Libia. Il principio fondamentale è aiutare le persone a far emergere le proprie risorse interiori, in modo che abbiano i mezzi per affrontare gli shock del presente e quelli futuri. L’approccio è stato sviluppato in collaborazione con l’Unità di Ricerca sulla Resilienza (RiRES) dell’Università Cattolica del S. Cuore di Milano, nell’ambito del progetto “PEERS: Protection Enabling Environment and Resilience Services” (#EUTFforAfrica) finanziato dall’EUTF. Cesvi ha implementato il progetto a partire dall’inizio del 2020 a Misurata, in Libia, insieme a International Medical Corps. Oltre all’ assistenza umanitaria, il progetto mira a rafforzare sia la resilienza individuale che la protezione della comunità, e supportare le persone vulnerabili nel processo di rafforzamento della loro percezione di sé stessi e del loro benessere. Case Worker specializzati supportano i beneficiari nel riconoscere e utilizzzare le proprie risorse, responsabilizzandoli in ambienti affetti da una crisi prolungata, come nel caso di Samira.
Oltre alla consulenza psicologica e alla gestione dei casi, Cesvi ha coperto le spese di iscrizione al corso per l’ottenimento della patente. Il sostegno finanziario dell’EUTF la sta aiutando a concentrare il suo impegno nel migliorare le sue condizioni, mentre la ritrovata libertà di movimento sta incoraggiando ad essere ambiziosa. “I miei figli sono stati molto contenti quando li ho informati che sto imparando a guidare. Significa che non aspetteranno che qualcuno li porti fuori per negozi e parchi; faranno tutto questo con la loro mamma ”- dice al nostro Case Worker e Psicologo. Ora le ambizioni di Samira volano di nuovo in alto: vuole iniziare l’università, ottenere una laurea, imparare l’inglese e supportare l’istruzione dei suoi figli. “La mia personalità si è rafforzata, mi dico sempre che merito il meglio. Continuo i miei studi e conseguo una laurea nonostante la mia età”.