La Somalia è uno degli stati più fragili al mondo a causa di incessanti conflitti interni e delle conseguenze del cambiamento climatico alternando periodi di prolungate siccità a devastanti inondazioni.
Tutto queste rende la popolazione estremamente vulnerabile: mancanza di infrastrutture, aumento della fame e della malnutrizione, scarso accesso a strutture e cure sanitarie adeguate.
Gli sfollati interni – oltre 2,6 milioni di persone secondo le Nazioni Unite – continuano ad essere la fascia di popolazione più vulnerabile. Tra questi, le donne sono le più a rischio discriminazione e isolamento, nonostante da loro dipendano la cura e la nutrizione di bambini e bambine in tutto il Paese.
Maryan, madre somala di 8 figli, dopo essere stata costretta ad abbandonare il proprio villaggio a causa dell’alluvione nell’autunno 2019 rifugiandosi nel campo per sfollati interni (IDP) di Arbacow in Afgoye, nell’area di Elasha, è stata supportata da Cesvi.
La giovane donna e i suoi bambini vivono in condizioni precarie, in rifugi sovraffollati dove cibo e servizi sanitari non sono sufficienti. Maryan fa di tutto per garantire ai suoi figli una crescita dignitosa, anche il lavoro di lavandaia nell’accampamento non le permette di guadagnare abbastanza per sfamare i suoi figli, così spesso sono costretti a mangiare a turni.
La madre purtroppo perde uno dei suoi figli più piccoli a causa della diarrea e della malnutrizione. Anche Abdiwahab, di soli 10 mesi, si ammala gravemente. Spaventata la giovane donna chiede aiuto ai dottori locali che però non riescono a consigliarle nulla di risolutivo.
Le altre donne presenti del campo di Arbacow allora suggeriscono a Maryan di recarsi nel Centro di Salute e Nutrizione di Cesvi dove donne e bambini sono ricevono assistenza sanitaria e cure adeguate, con particolare attenzione alle donne incinte e in allattamento, e ai bambini sotto i 5 anni in condizioni di malnutrizione acuta.
Quando Maryan porta Abdiwahab da Cesvi, i medici e gli operatori capiscono subito che le sue condizioni sono critiche: era gravemente malnutrito, anche a causa di un’acuta diarrea, e aveva un’acuta infezione respiratoria. Viene tempestivamente ricoverato e trattato con cure specifiche, mentre altri operatori si accertano che le condizioni igienico-sanitarie della loro povera abitazione siano adeguate al loro ritorno.
Abdiwahab viene visitato ogni settimana grazie al Programma Terapeutico Ambulatoriale di Cesvi, e già dopo 4 settimane ha un peso adeguato e accetta di mangiare. Grazie alla perseveranza della sua mamma e ai medici e operatori del Centro sanitario il piccolo Abdiwahab potrà tornare presto a casa e riabbracciare i suoi fratellini e sorelline.
Cesvi supporta Maryan e altre donne grazie al “Programma di assistenza integrata per il miglioramento della resilienza delle comunità colpite dalla prolungata siccità nelle regioni di Banadir e Mudug” finanziato dall’AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.