Somalia: la lotta a fame e povertà passa dal lavoro

Foto di Fulvio Zubiani

Per affrontare la crisi umanitaria in Somalia, una delle emergenze più complesse e continuative del mondo, Cesvi utilizza un approccio che integra l’assistenza sanitaria per i bisogni nutritivi più immediati con la promozione della resilienza, attraverso la mitigazione del rischio di disastri e il rafforzamento della sussistenza economica.

I principali settori di intervento sono salute e nutrizione, con il trattamento di casi di di malnutrizione nei bambini sotto i cinque anni; igiene e acqua potabile, per diminuire l’incidenza di malattie infettive potenzialmente mortali; sicurezza alimentare e sussistenza, che mira a rafforzare la produzione agricola per contrastare fame e malnutrizione; e resilienza, con la creazione di commissioni di villaggio preparate a prevedere e affrontare le emergenze alimentari. 

Tra gli interventi per rafforzare la sicurezza alimentare e la sussistenza c’è il cash for work, che prevede l’impiego di persone in stato di bisogno in attività lavorative utili a tutta la comunità. La testimonianza che segue racconta quest’aspetto del progetto Building Resilient Communities in Somalia, finanziato da DEVCO nella capitale Mogadiscio.


La Prosopis Juliflora è una pianta invasiva e infestante, che tende a formare boschetti densi e impenetrabili che invadono le strade e impediscono il passaggio alle persone. Ruba alle altre piante luce e acqua, e i suoi baccelli, se finiscono nel foraggio degli animali, possono causarne la morte.

Estirparla è sicuramente una necessità per le comunità, come quelle somale, che ne sono invase – ma non è solo per questo motivo che a Mogadiscio la comunità lavora alacremente per rimuoverla dalle strade. Dalla Prosopis infatti si ricava legna da ardere e carbone di alta qualità, e persino pali di legno da usare per costruire abitazioni.

Per sfruttare le qualità della pianta, Cesvi ha avviato nel 2013 un progetto pilota che ha coinvolto 72 persone nell’estirpazione della Prosopis e nella sua trasformazione in carbone vegetale a partire dalle radici grosse e profonde della pianta, che vengono trasportate fino al forno grazie a carretti trainati da asini. Qui le radici vengono lasciate a bruciare per giorni fino a quando non diventano carbone, che sarà venduto a 5-7 dollari per ogni sacco da 50 kg.

Tra gli addetti alla produzione di carbone vegetale c’è Mohamed Hassan, un uomo di 53 anni che vive con i 12 figli in una piccola casa di due stanze a Mogadiscio. È lui stesso a raccontarci come l’attività abbia dato una spinta alla sua vita.

Mohamed

Più di sei anni fa, allevavo capre e bovini nella regione centrale di Shebelle, a circa 200 km da Mogadiscio. Ma quando è arrivata la siccità, tutto il mio bestiame è morto per la fame e per la sete. Mi sono trasferito qui, e ho provato a guadagnare qualcosa come venditore al mercato di Bakaaro. Mi sono dato un anno e mezzo per riuscire ad ingranare e guadagnare qualcosa; passato questo tempo, e senza un soldo in tasca, ho deciso di provare a intraprendere un’altra strada: quella della produzione di carbone.

Lavoro in questo settore da sei anni, ma prima di entrare nel progetto di Cesvi guadagnavo meno di due dollari al giorno, il che non è chiaramente sufficiente per una grande famiglia come la mia. Per sei anni, la nostra vita è stata molto dura, senza possibilità di acquistare medicinali e senza che i miei figli potessero andare a scuola. La povertà era una costante nella mia famiglia; alcuni dei miei figli erano gravemente malnutriti perché non potevo permettermi abbastanza cibo o assistenza sanitaria.

So esattamente quando la mia vita è cambiata: è successo nel novembre 2016, quando sono stato coinvolto da Cesvi nella produzione di carbone vegetale a partire dalla pianta di Prosopis Juliflora. Ci hanno insegnato a estirpare questa pianta, ci hanno dato gli strumenti di lavoro – una carriola, un’ascia, dei guanti, delle pale e persino un carretto trainato da un asino! Sono diventato sempre più abile, e ora la mia produzione è aumentata.

Con il denaro che guadagno, ho potuto sfamare e curare la mia famiglia e ho saldato i debiti che avevo contratto e, cosa che mi rende estremamente orgoglioso, sono riuscito a mandare due dei miei figli a scuola. Senza Cesvi non avrei mai avuto l’opportunità di migliorare così tanto la qualità della nostra vita e non avrei mai nemmeno lontanamente sperato di poter dare un’istruzione a miei figli. Ora sto pensando a come espandere la mia attività, così da poter pagare le rette scolastiche per tutti i ragazzi e aggiungere un paio di stanze alla mia casa.

 

Foto di copertina: ph. Fulvio Zubiani (dall’archivio Cesvi)