Testo di Matteo Manara
Angeline, tra le alunne che frequentano la Casa del Sorriso di Haiti, è una delle più grandi. È una diciannovenne un pochino indietro nel suo percorso scolastico, ma molto intraprendente e determinata. Nata a Jérémie, nel dipartimento di Grand’Anse, e orfana di padre fin dalla tenera età, è stata cresciuta da una zia a Port-au-Prince (a 300 km di distanza dal villaggio natio), dal momento che la madre era impossibilitata a badare alla sua sussistenza. Terminata la convivenza con la zia a causa di maltrattamenti e incomprensioni, Angeline è andata a vivere da sola con i suoi fratelli in una piccola baracca fatta di fogli di lamiera, una stanza unica priva di bagno e di elettricità che condividono ancora oggi.
Jean, da molti anni insegnante alla Casa del Sorriso, conosce benissimo tutti i problemi che Angeline e i suoi fratelli affrontano quotidianamente per sopravvivere e studiare a Wharf Jérémie, la bidonville della capitale dove sorge la struttura di CESVI: “Il contesto qui è davvero difficile. Il primo problema è quello dell’insicurezza dovuta alla presenza di gang armate. Nei momenti di conflitto ho seriamente paura per la mia vita e per la loro. Se a questo aggiungiamo la situazione di estrema vulnerabilità dei bambini e la scarsità di servizi sanitari, ci rendiamo conto di quanta pazienza e di quanta resilienza siano necessarie in questo luogo per andare avanti. Questo però non ci impedisce, all’interno della Casa del Sorriso, di creare un ambiente sereno e favorevole alla crescita di tanti bambini e giovani. Quello che mi rende felice è il fatto di poterli aiutare, di sentirmi utile nel portare un cambiamento nella loro vita e nella società”.
La forza di Angeline si manifesta, prima che sui banchi di scuola, nel modo in cui si guadagna da vivere: impiega i fine settimana per portare avanti un piccolo commercio di prodotti di stagione. A volte percorre anche 10 chilometri a piedi e raggiunge la città di Pétionville, rivendendo lungo la via aglio, sale, legumi, gamberi di fiume.
“Viviamo da soli, senza alcun adulto che si prenda cura di noi. Sono obbligata ad intraprendere questo commercio per non morire di fame e non dormire in strada” – ci racconta. “Questo permette a me e ai miei fratelli di sopravvivere, e anche di inviare qualcosa alla mamma, che risiede sempre a Jérémie”.
La possibilità di frequentare la Casa del Sorriso regala ad Angeline un po’ di cibo, qualche momento di svago e alleggerisce il bilancio familiare, perché la scuola è completamente gratuita, così come i libri, le divise e tutto il materiale. Soprattutto, è l’unica via possibile per coltivare il suo sogno, quello di diventare infermiera e prendersi cura dei più vulnerabili.