Sono un operatore umanitario dal 1998. Ho iniziato a lavorare per Cesvi in Pakistan nel 2010, per aiutare le vittime della più disastrosa inondazione che avesse mai colpito il Paese. È stata la prima volta in cui mi sono trovato a collaborare con i partner di Alliance2015, ed è così che ho avuto l’opportunità di apprezzare l’effetto moltiplicatore dell’operare all’interno di un consorzio.
Dopo quell’esperienza mi sono spostato in Somalia e ora mi trovo in Myanmar, dove Cesvi lavora in più di 1.200 villaggi nel settore della sicurezza alimentare per accrescere la disponibilità e l’accesso a cibo sano, nutriente e in quantità sufficienti. Lavoriamo anche nel settore della salute, occupandoci del controllo di malattie epidemiche e della fornitura di servizi di assistenza sanitaria fondamentali, di cui madri e bambini sono i principali beneficiari.
Quello che fa la differenza negli interventi di Cesvi è l’approccio partecipativo, che mira a rafforzare il potere delle comunità nei processi decisionali che le coinvolgono e ad aumentare il senso di responsabilità nei confronti dei progetti, che vengono così resi sostenibili nel tempo.
La mia vita di tutti i giorni è meno avventurosa di quanto si possa pensare: mi divido tra uffici e meeting, leggo e scrivo report ed e-mail. Quando visito le attività sul campo, però, e vedo i risultati di tutti i nostri sforzi, l’entusiasmo e l’impegno dello staff e dei beneficiari, realizzo pienamente l’importanza del mio lavoro.
Vedere l’impegno dei colleghi più giovani mi richiama alla mente i miei inizi, il cambiamento e il senso di dignità che il nostro lavoro porta nelle vite delle persone. Questa è sicuramente l’eredità più grande di tutti questi anni sul campo, e il fatto di operare qualche volta in condizioni pericolose non ne sminuisce la bellezza.
Se posso fare questo lavoro è anche grazie alla mia famiglia e agli amici in Italia che mi supportano e credono nei miei stessi valori: l’importanza di contribuire ai processi di democratizzazione, al rispetto dei diritti umani universali e all’affermazione della giustizia sociale.
Questa testimonianza è parte della campagna di Alliance2015 per il World Humanitarian Day, che raccoglie storie di operatori umanitari delle organizzazioni riunite nel nostro network.