“La situazione è prossima al collasso. Le condizioni in cui ci troviamo a lavorare restano estremamente complicate” racconta Giulio Cocchini, operatore CESVI a Gaza. “Non esiste più quella che era la zona umanitaria, che in qualche modo proteggeva parte della popolazione. Due terzi della Striscia sono inaccessibili e dal 2 marzo non accedono più aiuti umanitari, né carichi commerciali. Continuiamo a lavorare con le scorte accumulate durante il cessate il fuoco, ma stanno per terminare” aggiunge.
ContinuaIl peggiore inverno di Gaza
«Nonostante l’attenzione sia calata sulla crisi a Gaza, la situazione è più grave che mai: 1.700.000 persone vivono lontane dalle proprie case senza le più basilari condizioni igienico sanitarie. Ora tra i maggiori rischi ci sono le inondazioni dei campi a causa delle piogge». racconta Giulio Cocchini, Emergency Coordinator per Gaza.
ContinuaStriscia di Gaza al limite della sopravvivenza e forte preoccupazione per il Libano
L’allarme di CESVI: «A Gaza non esistono più luoghi sicuri. I civili vengono uccisi e chi sopravvive versa in gravissime condizioni a causa della fame e della sete. Portare gli aiuti è sempre più difficile e la crisi umanitaria si sta rapidamente estendendo anche alla Cisgiordania e al Libano, dove siamo presenti da oltre 20 […]
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