A Gaza, cucinare in sicurezza è un privilegio. Portare acqua potabile significa salvare vite

A Gaza, il cibo è ormai quasi introvabile, e quando c’è, è spesso pericoloso da consumare. Il costo dei pochi alimenti rimasti è diventato proibitivo per la maggior parte della popolazione, e il gas per cucinare – reperibile ormai solo sul mercato nero – può arrivare a costare fino a 100 dollari al chilo. Per questo, quasi due terzi della popolazione sono costretti a cucinare bruciando rifiuti, con conseguenze gravissime per la salute. Nei casi più estremi, le famiglie si vedono costrette anche a nutrirsi di scarti trovati nella spazzatura o cibo scaduto, mentre negli accampamenti sovraffollati e infestati da topi e parassiti ogni pasto rappresenta un rischio concreto di contaminazione.

In queste condizioni, cucinare in modo sicuro è praticamente impossibile. E la causa non è solo la mancanza di cibo, ma anche la drammatica carenza di acqua potabile.

9 persone su 10 nella Striscia non hanno accesso a quantità sufficienti di acqua, e la situazione peggiora giorno dopo giorno. La produzione locale è crollata, i punti di approvvigionamento sicuri sono sempre meno – spesso in zone militarizzate o soggette a evacuazioni – e il numero di sfollati negli accampamenti cresce senza sosta.

Ma non si tratta solo di quantità. La maggior parte dell’acqua disponibile non è potabile, contaminata da salinità elevata e residui biologici che sono penetrati nelle falde acquifere. L’impatto sulla salute è devastante: la diarrea acuta acquosa rappresenta oggi un quarto delle malattie registrate nella Striscia, colpendo soprattutto i bambini piccoli. Il rischio di colera è in crescita, e l’alta salinità danneggia i reni e aggrava la disidratazione. Con la popolazione che è spesso costretta addirittura ad utilizzare direttamente l’acqua marina.

Cucinare con acqua contaminata significa esporre le famiglie a infezioni, intossicazioni, malattie debilitanti. Questo contribuisce a un circolo vizioso tra malnutrizione e malattia: i bambini malnutriti si ammalano più facilmente, e malattie comuni come diarrea, morbillo e polmonite diventano potenzialmente letali. A loro volta, queste malattie aumentano il fabbisogno nutrizionale e riducono l’assorbimento dei nutrienti, peggiorando lo stato di salute. Senza accesso ad acqua pulita, cibo sicuro e cure mediche, le conseguenze possono essere permanenti: arresto della crescita, ritardi cognitivi, salute compromessa per un’intera generazione.

È in questo contesto che l’acqua potabile assume un valore fondamentale.

Dall’inizio della guerra, CESVI è impegnata nella distribuzione di acqua sicura tramite camion cisterna che si approvvigionano presso gli impianti di desalinizzazione ancora funzionanti. Questo intervento ha già raggiunto oltre 89mila sfollati in 70 diversi accampamenti della Striscia di Gaza. Offrire acqua pulita significa permettere alle famiglie di bere senza ammalarsi, ma anche di cucinare quel poco cibo disponibile in modo più sicuro.