Cesvi esprime cordoglio e vicinanza ai colleghi di Medici senza Frontiere per i gravi fatti accaduti nella notte tra il 2 e il 3 ottobre nel nord dell’Afghanistan.
L’ospedale di Kunduz, dove MSF lavorava con staff nazionale e internazionale, è stato distrutto da un raid aereo americano. Tragico il bilancio: 19 morti (12 operatori di MSF e 7 pazienti, di cui 3 bambini) e 37 feriti (tra cui 19 operatori).
Come riportato dall’organizzazione stessa, il centro traumatologico di Kunduz è stato colpito da bombardamenti aerei a intervalli regolari di circa 15 minuti. In ogni raid è stato preso di mira l’edificio centrale dell’ospedale che ospitava l’unità di cura intensiva, il pronto soccorso e il reparto di fisioterapia.
“La morte di bambini, uomini e donne non può essere ridotta alla definizione di ‘danni collaterali’ e Cesvi è al fianco di chi, come noi, opera in contesti di conflitto per tutelare i più deboli e garantire il rispetto dei diritti umani. Ci uniamo alle voci di tutti coloro che chiedono sia fatta al più presto chiarezza su questa vicenda“, afferma Daniela Bernacchi, direttore generale di Cesvi.