Záhony – piccola cittadina ungherese a due chilometri dal confine con l’Ucraina – è diventata il luogo dove, per migliaia di rifugiati, la paura lascia il posto alla speranza. Lo si legge nei loro volti, che finalmente si distendono e almeno per un momento si illuminano con un sorriso. Un sorriso carico della gioia di essere al sicuro, ma con il retrogusto amaro della preoccupazione per i propri cari rimasti in Ucraina, per le proprie case e città.
Ogni giorno i rifugiati che arrivano qui – a piedi o in treno – sono circa 5.000, di cui la metà sono bambini e adolescenti. Per molti di loro, il viaggio è stato lungo e pericoloso. Dopo giorni chiusi in bunker, senza più cibo, acqua e medicine, si sono ritrovati
A migliaia arrivano ogni giorno, a piedi e in treno, dopo viaggi stancanti e vissuti con il costante pericolo di essere attaccati dai caccia. Le mamme portano con sé solo piccoli bagagli e zaini con i giochi per i propri bambini. Nei loro occhi si vede la determinazione mentre cercano di non piangere per non mostrarsi fragili davanti ai loro figli, che nonostante la situazione riescono a sorridere e a trovare momenti per giocare.
Il primo luogo che incontrano in città è l’Entry Point Hub di Cesvi – realizzato in collaborazione con la municipalità di Záhony e World Central Kitchen e grazie al sostegno di Fastweb – che è diventato uno spazio essenziale per la prima accoglienza di tutte quelle persone che non hanno più nulla. A Záhony il freddo è pungente e il tendone riscaldato gli permette di rifocillarsi con l’acqua, i pasti e le bevande calde che gli oltre 50 volontari di Cesvi distribuiscono instancabilmente 24 ore su 24. Qui i rifugiati possono anche ricaricare i propri telefoni scarichi dopo il viaggio e mezzo fondamentale per rimanere in contatto con i propri cari e aggiornarsi su quanto stia accadendo in Ucraina. Per tutti coloro che continueranno il loro viaggio, Cesvi fornisce anche tutte le informazioni per organizzare il trasporto verso altre città.
Fra coloro che sono pronti per ripartire incontriamo Maryna, una giovane ragazza di 16 anni, fuggita da un paesino vicino a Kyiv insieme alla nonna e al fratello. Per loro il viaggio non è stato facile. I combattimenti intorno alla capitale ucraina crescono di intensità giorno dopo giorno e per loro era ormai troppo rischioso rimanere, come hanno invece fatto il loro papà e il fidanzato di Maryna. “Sono molto grata a chi come voi ci sta dando del conforto: un pasto caldo, una connessione Wi-Fi. In questo momento, per noi significano tutto”, dice Maryna davanti ad una zuppa calda. “Ora andremo a Budapest e poi a Bucarest. Da lì raggiungeremo i miei parenti che ci stanno aspettando, ma spero di poter tornare presto a casa”.
Direttamente dal campo, il Vice Direttore Generale di Cesvi Roberto Vignola ci racconta i servizi dell’Entry Point Hub. Continuate a sostenerci per fronteggiare la crisi in Ucraina.