Il bilancio delle vittime del ciclone Idai in Mozambico potrebbe salire a oltre 1.000 morti. È quanto ha dichiarato il presidente Filipe Nyusi dopo aver sorvolato in elicottero le zone rurali del Paese e aver osservato centinaia di corpi galleggiare nelle strade e nei campi allagati. Un numero quindi molto più alto rispetto ai 300 morti già accertati finora.
Il ciclone Idai si è abbattuto sul Mozambico giovedì 14 marzo nella notte e, nel suo passaggio verso i confinanti Malawi e Zimbabwe, ha causato lo sfollamento di oltre un milione e mezzo di persone. La situazione è particolarmente grave nella città di Beira, sede degli uffici di Cesvi: senza corrente elettrica e collegamento con l’esterno a causa delle strade allagate, la città riporta danni per il 90% della sua estensione.
“Molte comunità dell’entroterra sono isolate: tra queste, quelle che vivono nel distretto di Nhamatanda dove realizziamo progetti di sviluppo rurale rivolti a una popolazione già gravemente affetta da povertà e insicurezza alimentare. I danni si prospettano enormi, anche se al momento è impossibile stimarne la reale entità. Per di più, nei prossimi giorni sono previste nuove esondazioni dei fiumi presenti nella regione”, afferma Daniele Barbone, amministratore delegato di Cesvi. “Lo staff presente in città ci riferisce di scarsità d’acqua potabile e innalzamento dei prezzi dei beni alimentari e di prima necessità” – continua Barbone – “Siamo in una fase di vera emergenza dal momento che il ciclone ha spazzato via tutti i nostri interventi: sarà necessario rimboccarsi le maniche e ripartire da zero per offrire supporto in modo tempestivo alla popolazione delle aree colpite”.
“Per questo lanciamo un appello chiedendo a tutti di aiutarci ad aiutare la popolazione del Mozambico. Basta un piccolo gesto come una donazione online o una chiamata al numero verde 800.036.036 per fare la differenza”.
Un aiuto che si tradurrà presto in interventi tangibili: un team di Cesvi partirà nelle prossime ore per raggiungere le aree colpite e avviare attività di risposta ai bisogni più stringenti. “Ci stiamo muovendo per avviare interventi umanitari che possano salvare la vita della popolazione messa in ginocchio dalla forza distruttrice del ciclone” – sottolinea Lorena D’Ayala Valva, coordinatrice emergenze di Cesvi, che si sta mobilitando per portare assistenza alla popolazione in coordinamento con la comunità nazionale e internazionale presente in Mozambico – “I prossimi giorni saranno critici per capire la gravità dei danni e definire le priorità d’azione”.
Nella situazione estrema che sta vivendo il Mozambico anche il cambiamento climatico sembra giocare un ruolo. Secondo il Global Facility for Disaster Reduction and Recovery (GFDRR), il climate change rischia infatti di aggravare l’attuale variabilità climatica a cui è soggetto il Paese, che si colloca al terzo posto tra gli stati africani più esposti a pericoli metereologici soffrendo di cicloni periodici, siccità, inondazioni ed epidemie correlate.
Per offrire un aiuto concreto, fai subito la tua donazione.
Foto di copertina: 16 marzo 2019. A Beira, nella provincia di Sofala, Mozambico centrale, il ciclone Idai di categoria 4 si è abbattuto sulla città mandando fuori uso l’elettricità e colpendo gravemente tutti i cittadini residenti. Foto di John Estey/CARE