Grazie all’iniziativa lanciata da Cesvi nel mese di luglio, 24 abiti da sposa sono arrivati dall’Italia al Tajikistan con un obiettivo speciale: aiutare le donne tajike a realizzare un matrimonio da sogno.
In Tajikistan, infatti, il costo per il noleggio del vestito nuziale varia da 50 fino a 300$. Un costo esorbitante, se si pensa che lo stipendio mensile a Dushanbe, la capitale, non supera gli 83$.
Per i matrimoni le famiglie delle spose si indebitano per anni, soprattutto quelle dei villaggi, che oltre al costo per la cerimonia sono costrette a sostenere le spese del viaggio per raggiungere la città.
“Di qui l’idea di aprire una raccolta di vestiti da sposa tra le donne italiane”, spiega Elena Gariboldi, Project Officer del Cesvi in Tajikistan, “Ora gli abiti saranno rielaborati da 5 giovani stilisti tajiki secondo le tradizioni locali e poi venduti a costo simbolico alle cooperative femminili, che a loro volta li proporranno sul mercato ad un prezzo equo. Organizzeremo anche una sfilata di moda per raccogliere fondi”.
Manizha, 20 anni, è una delle designer coinvolte: “È la prima volta che in Tajikistan si organizza un’iniziativa del genere e sono orgogliosa di potervi partecipare. Sono anche un po’ spaventata, ma con l’aiuto dei designer più esperti spero di fare un buon lavoro. Tra gli abiti che devo riadattare c’è anche un vestito molto diverso dagli altri, perché ha una fantasia a fiori. Lavorerò per farlo diventare un elegantissimo abito da testimone, dato che le spose tajike preferiscono gli abiti bianchi”.
Le fa eco Marifat, 21 anni: “Sono entusiasta! Questa iniziativa è un’occasione non solo per dare nuova vita agli abiti, ma anche per aiutare le ragazze meno abbienti ad avere un vestito di qualità e ad un prezzo ragionevole, coronando il loro giorno più bello”.
Khusen, 24 anni, è il coordinatore: “Oltre a lavorare sui miei 6 abiti, in qualità di senior designer, farò da consulente per il resto del gruppo, aiutando le ragazze più giovani a esprimere il loro talento e la loro creatività”.
Tra gli stilisti c’è anche Farangiz, 23 anni: “Vengo dal Pamir, una regione molto caratteristica, a sud del Tajikistan, e mi piacerebbe adattare questi abiti alla tradizione della mia terra, inserendo particolari ricami e dettagli di colore rosso”.
Il lavoro, insomma, procede a pieno ritmo!
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L’iniziativa è supportata dall’Unione Artigiani del Tajikistan (UTC), di cui i designer fanno parte, nata nel 2012 grazie al progetto di Cesvi nell’ambito del programma dell’Unione Europea “Central Asia Invest”. Attualmente UCT è partner ufficiale di Cesvi nel progetto “Artigianato e business attraverso l’integrazione regionale e il commercio equo”.