Questa è la storia di Fardowsa, 25 anni e 3 figli piccoli, e la sua famiglia, genitori e zii: vivevano tutti insieme alla periferia di Marka, a circa 70 km da Mogadiscio. Erano agricoltori, conducevano una vita relativamente tranquilla coltivando e vendendo il mais dei propri campi al mercato locale.
Due anni fa, a causa dei continui e violenti scontri tra la missione dell‘Unione Africana in Somalia e i militanti di Alshabab, hanno perso tutto e si sono rifugiati nel campo per sfollati di Nasteeh, a Mogadiscio.
In Somalia la popolazione è estremamente vulnerabile. Da tempo è in corso un’emergenza alimentare e sanitaria senza precedenti: fame e malnutrizione, scarso accesso a strutture e cure sanitarie adeguate colpiscono chi è più debole, soprattutto donne e bambini.
Così giovane, Fardowsa perde la casa e il lavoro, e deve affrontare il difficile compito di mantenere tutta la sua famiglia.
Nel campo di Nasteeh Fardowsa incontra gli operatori Cesvi e i leader della comunità, che insieme ascoltano la sua storia e capiscono quanto voglia impegnarsi per migliorare la propria vita e quella dei suoi cari.
Grazie al “Programma di assistenza integrata per il miglioramento della resilienza delle comunità colpite dalla prolungata siccità nelle regioni di Banadir e Mudug” di Cesvi e finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), Fardowsa entra nel programma di microcredito (insieme ad altre 34 famiglie) e, poco tempo dopo, diviene uno dei leader del Comitato del campo.
“Sono sempre stata la sola a combattere per i miei figli. Ho chiesto aiuto e grazie a Cesvi ho realizzato il sogno di poter aprire una piccola attività dentro al campo. Ho cominciato con tre mesi di microcredito e già la qualità della nostra vita è cambiata. Adesso posso acquistare beni di prima necessità per tutta la mia famiglia e prendermi cura di loro.”
Fardowsa contribuisce così con il proprio entusiasmo allo sviluppo del campo: aiutando altre famiglie a entrare nel programma di microcredito, migliorando le relazioni all’interno della comunità e supportando il Comitato.
“Grazie a Cesvi – dice Fardowsa – ora anche le persone più vulnerabili – giovani madri, disabili, anziani – possono accedere al credito e vedere un cambiamento nella propria vita. Tutta la comunità vede i progressi e questo ci fa sperare di poter avere un futuro migliore”