“La situazione a Gaza è disperata. I Bombardamenti via terra e via aerea continuano senza tregua in gran parte della Striscia di Gaza, causando ogni giorno sempre più vittime, nuovi sfollamenti e distruzione di case e altre infrastrutture.
Abbiamo un estremo bisogno di acqua potabile, latte e cibo, necessari per la vita di donne e bambini a Gaza, sempre più sofferenti e malnutriti.
L’insicurezza alimentare e la diffusione di malattie trasmesse dall’acqua, come l’epatite A, malattie della pelle, parassiti e altre patologie, continuano a peggiorare. Anche la polio è tornata in queste condizioni disperate. Gli ospedali purtroppo sono in grado di operare solo al 20% della loro capacità.
Le scuole sono state distrutte e bambini e ragazzi non possono accedere ad alcun sistema educativo. Carburante ed elettricità sono finiti. Nei mercati locali non c’è più nulla: mancano materiali igienici, latte e cibo.
Per favore, chiedete il cessate il fuoco. Non lasciateci soli.”
A parlare è Rafat, un nostro collega che opera nella Striscia di Gaza. Le sue parole disperate ci lasciano ancora una volta attoniti di fronte al dramma che si sta consumando a Gaza, dove bambini, donne e uomini, continuano a morire per gli attacchi militari, ma purtroppo anche per la fame, la sete, le malattie dovute alla mancanza di acqua pulita e al collasso delle strutture sanitarie.
La situazione è catastrofica.
Il numero delle vittime continua a salire con oltre 40.500 morti e 93.700 feriti tra i palestinesi. Al dramma della violenza si aggiungono fame e sete che non danno tregua. Il 96% della popolazione della Striscia (2,15 milioni di persone) si trova in condizioni di insicurezza alimentare acuta, con circa 500 mila persone (22% della popolazione) in condizioni catastrofiche (IPC Phase 5). Una situazione destinata ad aggravarsi a causa del restringimento progressivo delle aree sicure, ma prive di servizi e sovrappopolate. Anche la condizione idrica si conferma è estremamente grave con una fornitura media di acqua potabile di circa un quarto al giorno di quella fornita prima dell’ottobre 2023.
A pagare le peggiori conseguenze sono i più piccoli. Secondo l’OMS su 237 mila bambini sottoposti allo screening per la malnutrizione acuta, circa 14.700 (6,2%) hanno dovuto ricorrere alla terapia a base di Plumpy’Nut. Le condizioni di salute sono drammatiche anche dal punto di vista mentale, si stima infatti che 1 milione di bambini abbiano bisogno di supporto psicosociale.
Le malattie continuano a diffondersi ed è stato registrato il primo drammatico caso di polio a Gaza, dopo malattia debellata 25 anni fa nell’area. Le autorità sanitarie nella Striscia stimano che ci siano almeno 50 mila bambini nati negli ultimi 10 mesi di conflitto che non hanno ricevuto nessuna forma di immunizzazione (OCHA), in un contesto sempre più insalubre. In questi giorni è stata finalmente avviata una campagna di vaccinazione antipolio – sono stati vaccinati al momento circa 87mila bambini (UNRWA).
Per la prima volta, a fine agosto, l’esercito israeliano ha annunciato la possibilità per i residenti e gli sfollati interni di tornare in alcune zone a sud di Deir al Balah e a ovest di Khan Younis, in precedenza soggette a ordini di evacuazione. Oltre l’86% dello spazio della Striscia di Gaza però rimane interessato da oltre 40 ordini di evacuazione. Centinaia di migliaia di famiglie sfollate continuano a essere costrette a trasferirsi in un’area di circa 47 chilometri quadrati (circa il 13% della superficie totale di Gaza, al 30 agosto), designata dall’esercito israeliano ad Al Mawasi, che è diventata sovraffollata e priva di infrastrutture e servizi essenziali.
In questo drammatico contesto CESVI continua ad essere presente sul campo con i propri operatori, anch’essi in condizioni di difficoltà estreme come il resto della popolazione civile.
Nonostante la complessità del contesto nelle scorse settimane sono continuate le nostre operazioni umanitarie. Abbiamo infatti distribuito 1.000 pacchi alimentari a Gaza City e nei campi di rifugiati nel governatorato di Gaza Nord, destinati in particolare a famiglie con donne incinte o in allattamento, anziani, persone malate o colpite da malnutrizione.
A Deir el-Balah, a sud di Gaza City abbiamo invece riabilitato un sistema fognario e una latrina in un campo di sfollati, migliorando le condizioni igieniche e sanitarie delle 350 famiglie che vi vivono – circa 1.750 persone, come racconta un beneficiario “Ci troviamo al campo di Macca. Ringraziamo CESVI per essere stato al nostro fianco e averci fornito acqua, serbatoi e altro. Chiediamo umilmente che continuino a sostenerci per soddisfare i molti bisogni della gente di qui”.
La situazione a Gaza è al limite e noi di CESVI stiamo facendo tutto il possibile per garantire supporto e aiuto alla popolazione colpita da questa sanguinosa guerra. Aiutaci a continuare i nostri interventi per salvare la popolazione di Gaza dalla fame e dalla disperazione. Sostieni il nostro fondo emergenze e ci aiuterai a dare una speranza.