Il 25 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Onu nel 1999.
Secondo i dati Onu, più del 70% delle donne nel mondo ha subìto violenza almeno una volta nella vita e nel 90% dei casi non l’ha denunciato.
Spesso, inoltre, la violenza si consuma proprio all’interno delle mura domestiche.
Oltre ad avere la più alta incidenza di infezioni da Hiv (5.7 milioni), il Sudafrica vanta un altro triste primato a livello mondiale: è il Paese con il più alto numero di omicidi femminili commessi dal partner,in media uno ogni 6 ore.
A Philippi, una township situata alla periferia di Città del Capo, nel 2007 Cesvi ha creato una Casa del Sorriso che accoglie le donne vittime di violenza domestica e i loro bambini.
Secondo una credenza sudafricana, il desiderio sessuale è una forza soprannaturale maschile che non può essere controllata: gli stupri, pertanto, sono giustificati. E così spesso la discriminazione sessuale si trasforma in atteggiamenti oppressivi nei confronti delle donne. L’affermazione della propria virilità spinge gli uomini ad avere rapporti sessuali non protetti con molte partner diverse, praticando la violenza e l’abuso.
La Casa del Sorriso è l’unica struttura nel suo genere costruita all’interno di una baraccopoli. Nella Casa, che accoglie le donne che scelgono di abbandonare l’abitazione nella quale subiscono abusi dal partner, si svolgono attività di formazione e di assistenza medico-psicologica, e molti altri servizi collaterali sono forniti da enti esterni presso i quali le donne vengono accompagnate.
Un progetto concreto nato per far sì che le donne sudafricane possano avere gli stessi diritti degli uomini e divengano, in primo luogo, consapevoli di se stesse e dei propri diritti, autonome e libere dalla paura.