Giornata Mondiale dell’Infanzia

 

Il 20 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. 

In questa occasione, Cesvi lancia una campagna digitale per “condividere” le storie degli 11.520 bambini che l’organizzazione aiuta nei “Safe Space Centre”, in Somalia.

Devastata da più di 20 anni di instabilità politica, lotte tra governi, gruppi armati, fazioni e clan per il controllo dei territori e da frequenti siccità e carestie, la Somalia registra più di 1 milione di sfollati e infrastrutture quasi del tutto inesistenti.

Cesvi è impegnato nel Paese da anni, a fianco della popolazione delle aree rurali e urbane, in particolare nella risposta all’emergenza sanitaria materno-infantile, nella lotta alla malnutrizione infantile e per garantire l’accesso alle cure primarie (campagne di vaccinazione, distribuzioni di farmaci, cliniche mobili).

Nelle aree di Mogadiscio, Banadir e Gedo, i bambini sono poverissimi, le condizioni igieniche molto compromesse e la popolazione ha scarso accesso ai servizi sanitari di base.

In una situazione così disperata, la sicurezza alimentare e l’accesso all’educazione da parte dei bambini sono scarsissimi. 1 bambino su 5 è gravemente denutrito e i tassi di scolarizzazione sono tra i più bassi al mondo: 18% per i ragazzi e 15% per le ragazze, secondo l’Unicef. L’educazione viene considerata l’ultima delle priorità, tanto che i bambini spesso sono impiegati in lavori domestici e sfruttati per garantire un reddito alla famiglia, quando non reclutati in gruppi armati.

Cesvi, grazie al sostegno di ECHO, l’Ufficio per gli Aiuti Umanitari e la Protezione Civile dell’Unione Europea, sta lavorando in queste regioni affinché i bambini più vulnerabili possano frequentare la scuola. Attraverso i cosiddetti “Safe Space Centre”, gli “spazi sicuri” creati grazie ad ECHO, Cesvi accoglie, protegge e cura i bambini che vivono in condizioni di violenza, povertà e rischio offrendo loro un’educazione di base e attività ricreative e di supporto terapeutico.

Tra questi bambini c’è Omar, vittima della violenza di uno zio; Himda, maltrattata e discriminata dalla matrigna; Khadra, scappata dalla famiglia per non essere sottoposta a mutilazione genitale femminile; Ali, figlio di uno spacciatore di Khat… e tanti altri bambini che oggi frequentano i “Safe Space Centre”, dove hanno trovato un ambiente positivo e sicuro in cui divertirsi con altri ragazzi della loro età e persone competenti a cui chiedere supporto.

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Foto di copertina: Valeria Turrisi