Il Ministero dell’Ambiente ha indetto per il 5 febbraio la Giornata di prevenzione dello spreco alimentare in Italia,
Come rileva Leifoodie, che ha deciso di sposare la campagna Cesvi Food Right Now, ogni anno buttiamo in pattumiera 1.600 euro di cibo: molto più dell’intera produzione alimentare dell’Africa subsahariana. Uno spreco che inizia nei campi e continua nel trasporto e nella grande distribuzione. Conoscere il problema è il primo passo per risolverlo.
testo di Silvia Nava, tratto da Leifoodie, 29/1/14
L’impresa è titanica, ma necessaria: fermare 8.600 navi da crociera con un carico di 1,3 miliardi di cibo. Destinazione? Una discarica. È questa la quantità di cibo che ogni anno, nel mondo, viene sprecata. Numeri drammatici, se si pensa che l’intera Africa subsahariana non arriva a produrne 230 milioni.
Invece in Europa il cibo spesso non arriva nemmeno in tavola: viene sprecato nei campi, nei processi di trasformazione o scartato nei supermercati come imperfetto. Ogni europeo ne butta 200 kg all’anno tra food losses (quello appunto perso per strada dai campi fino ai supermercati) e food waste, ovvero il cibo finito nella spazzatura dopo essere stato preparato e cucinato.
La questione, anche economica, ci riguarda molto da vicino: tra casa, scuola e ristorante, ognuno di noi spreca l’incredibile cifra di 1.600 euro l’anno, cioè il 27% della spesa alimentare annua pro capite, che si aggira intorno ai 5.700 euro.
Sbaglia, però, chi pensa che lo spreco alimentare sia un problema che riguarda solo i Paesi ricchi e industrializzati: le risorse vengono sprecate anche nei Paesi in via di sviluppo. L’unica differenza è che lì il 40% dello spreco avviene nella fase di post-raccolta e trasformazione, mentre nei Paesi industrializzati la stessa percentuale è sprecata nella distribuzione. L’impatto negativo sull’ambiente, però, è lo stesso: sprecare cibo significa sprecare energia, inquinare inutilmente, dare fondo alle risorse idriche.
Ecco perché modificare le proprie abitudini per imparare a consumare meno, e meglio, è una delle sfide più importanti dei prossimi anni. Anche in vista di Expo 2015.
Foto di copertina: Alessandro Banchelli