Aya, ha 13 anni e un passato segnato dalla guerra.
All’età di 9 anni è stata costretta ad abbandonare il suo paese, la Siria, e a stabilirsi a El Laylaki, nella regione di Mount Lebanon. Per lei e la sua famiglia, composta dai suoi genitori e altri 3 fratelli, la vita non è stata semplice, segnata dalle difficoltà economiche e dalla fatica di integrarsi e ricominciare a vivere in un nuovo contesto, già provato dal punto di vista socio-economico.
Aya però è decisa a guadagnarsi il proprio spazio nel mondo, a scuola si impegna al massimo e si distingue come una tra le studentesse più brillanti in matematica. Ma dentro di sè coltiva un sogno proibito. Sin da piccola guarda i fratelli giocare a basket nel cortile di casa e anche lei desidera praticare questo sport. Ma per una giovane donna cresciuta in una famiglia di tradizione islamica conservatrice è un sogno quasi irrealizzabile.
Grazie al progetto “EducAzione Resiliente: infrastrutture e servizi educativi per le comunità di Beirut e Mount Lebanon” avviato da Cesvi, grazie al sostegno di AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo – la vita di Aya è cambiata.
Cesvi infatti, con la collaborazione del partner Hoops Club, organizza attività sportive per bambini e ragazzi con l’obiettivo di favorire la convivenza pacifica e la coesione sociale tra le comunità.
Aya con la sua determinazione è riuscita a convincere i suoi genitori a lasciarla partecipare alle attività. Inizialmente timida e condizionata dalla propria educazione, dopo i primi allenamenti, grazie all’aiuto del coach e di un sostegno psichiatrico, si è liberata dalle sue catene invisibili dimostrando che il velo non rappresenta un ostacolo per lo spot. La sua passione è molto forte e nonostante le difficoltà della vita quotidiana Aya non ha mai saltato un allenamento, pronta ogni giorno a mettersi in gioco per dare il meglio di sè.
Lo sport è stato per Aya un’ancora di salvezza, aiutandola a trovare la strada per realizzarsi ed esprimersi al meglio. Nonostante la vita l’abbia messa a dura prova non si è lasciata abbattere e Cesvi è stato al suo fianco dandole l’opportunità e tutto il sostegno di cui aveva bisogno per spiccare il volo.
Il Libano è uno dei paesi con il più alto numero di rifugiati, accogliendone quasi 1 milione (UNHCR). Un tale afflusso di persone ha reso ancor più difficile l’accesso a risorse e servizi già limitati. Sono infatti migliaia i minori vulnerabili che hanno bisogno di supporto nell‘educazione, di cui 488.000 bambini rifugiati siriani che non hanno accesso al sistema scolastico e per questo maggiormente a rischio di violenza e lavoro minorile.
Cesvi, che opera nel paese dal 2001, oggi è impegnato per migliorare le opportunità di accesso a servizi educativi e di assistenza sociale inclusivi e di qualità per i minori vulnerabili libanesi e rifugiati.