La lotta alla fame nella Contea di Isiolo, con Fondazione Cesvi e ActionAid a fianco delle comunità locali
di Simona Denti, pubblicato su Oltremare, di AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo
Incontriamo Veronica nel Villaggio di Kakili – Contea di Isiolo, uno dei tanti che costellano le zone aride e semi-aride (Asal) del nord del Kenya, tra le più colpite dagli effetti dei cambiamenti climatici. Qui i lunghi periodi di siccità si alternano a intervalli caratterizzati da intense precipitazioni, con frane e inondazioni. “Non piove da molti mesi” ci raccontano i pochi uomini che incontriamo nel villaggio, “la maggior parte di noi è costretta ad allontanarsi, per mesi e mesi, dalle proprie abitazioni e dalle proprie famiglie in cerca di acqua, per abbeverare il bestiame, che viene prima di qualsiasi cosa”. E così alle donne viene lasciata la grande responsabilità di lottare ogni giorno contro la fame: la loro e quella soprattutto dei propri figli.
Le comunità agro-pastorali come quella di appartenenza di Veronica, i Turkana, soffrono di povertà estrema a causa degli effetti combinati della diminuzione dei redditi, dell’insicurezza alimentare e in generale della mancanza di alternative fonti di sussistenza sostenibili. Nella zona dell’asal si stima che siano 2.4 milioni le persone che lottano ogni giorno contro la fame e di queste 368 mila soffrono di livelli gravi di malnutrizione; oltre 653 mila bambini nell’età tra i 6 e 59 mesi hanno bisogno di intervento immediato contro la malnutrizione acuta, di questi 142 mila sono gravemente malnutriti (dati Uniced gennaio 2022).
Ed è proprio in questa area, ulteriormente messa in ginocchio dall’emergenza sanitaria, che Fondazione Cesvi con ActionAid sta inserendo dei modelli agroecologici alternativi rafforzando le fonti di sussistenza sostenibili, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza alimentare e nutrizionale dell’intera comunità con particolare attenzione alle donne e altri soggetti vulnerabili, come gli anziani e i bambini.
Ne parliamo con Veronica, una delle nostre 60 beneficiarie del progetto “Modelli Agroeocologici di Produzione Sostenibile nelle ASAL del Kenya” (inserire breve scheda progetto) finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), che sta per diventare un’allevatrice di pollame e capre dopo aver partecipato ai nostri programmi sulla catena del valore del pollame e Milk Matter. A lei, come a tutte le altre donne inserite nel programma, verranno consegnati tra un paio di mesi dei pulcini e delle capre mentre ha già seguito una formazione sulle pratiche di allevamento e produttività sia delle uova che del latte di capra. Quest’ultimo, più nutriente e digeribile del latte vaccino, è particolarmente adatto per soddisfare le esigenze nutrizionali dei bambini, e contribuisce così a prevenire la malnutrizione tra le comunità pastorizie e agro-pastorizie. Il pollo, invece, è considerato uno degli animali più pratici da allevare e quindi adatto ad avviare attività di generazione di reddito.
“Mio marito è stato ucciso alcuni anni fa, durante uno scontro con il clan dei Borana. Ci hanno rubato tutto il bestiame che avevamo. Sono rimasta così da sola ad occuparmi dei miei figli e per mesi la fame è stata la nostra preoccupazione più grande. Spesso andavamo a dormire senza mangiare nulla. Non potevo permettere che tutto ciò accadesse ai miei figli e per questo, quando le leader degli incontri mother to mother support mi hanno parlato di questi progetti, ho pensato che potevo e dovevo farcela, per me ma soprattutto per i miei figli”.
Oggi Veronica è molto orgogliosa del percorso che sta facendo, ha già pianificato come utilizzerà al meglio le sue capre e le sue galline grazie ai corsi di formazione e alla consulenza specifica di E4Impact che l’ha supportata a pianificare la sua attività. Un vero e proprio modello di business che le permetterà di sfamare la sua famiglia ma anche altri bambini del villaggio: parte del latte in eccesso delle sue capre, verrà venduto sul mercato e una parte verrà distribuito ai bambini delle famiglie più vulnerabili del villaggio, un esempio virtuoso di appartenenza alla comunità e di sostegno delle categorie più deboli.
“Partecipare ai momenti di formazione ha permesso di cambiare la mia vita: dal non aver nulla da dare da mangiare ai miei figli sto per diventare un’allevatrice. Queste capre e queste galline saranno la nostra salvezza. Grazie a loro potrò pagare le tasse scolastiche per due delle mie figlie, tra le poche ragazze del villaggio che frequentano la scuola. Nel mio modello di attività le capre saranno la nostra principale fonte di cibo e di reddito, potrò vendere il loro latte e il loro concime per comprare altro cibo. Le uova, invece, un po’ le venderò e un po’ le terrò per diversificare l’alimentazione della mia famiglia. Con i ricavi delle uova, comprerò il mangime per le galline o del mangiare per noi. Le capre e le galline salveranno la mia famiglia”.
Un modello studiato e “sognato” nel dettaglio, che permetterà alle donne di questo e di altri nove villaggi della Contea di Isiolo, di avviare start up di allevamento del bestiame sia per l’alimentazione infantile che per la generazione di reddito. Veronica ci mostra già con entusiasmo i pollai che sta preparando, vicino a casa su delle specie di palafitte “Per evitare, durante la notte, che altri animali possano mangiarli” ci racconta. Qui il bestiame conta più di ogni altra cosa. “Prima vengono le capre poi le persone; se muoiono le capre non sappiamo cosa dare da mangiare ai nostri figli” aggiunge un anziano del villaggio che assiste incuriosito al nostro incontro rimarcando l’importanza del bestiame per questa comunità.
“La principale sfida che dobbiamo affrontare, insieme alla fame, è la siccità. Qui non c’è nulla, come vedi. Quando arriva la siccità le capre muoiono ed iniziano i nostri problemi: non abbiamo più latte da vendere e non possiamo comprare cibo. La siccità determina la nostra fame, ciclicamente torna e noi sappiamo quanto possa essere tremenda per noi e i nostri figli”. Al momento nessun membro della sua famiglia soffre di malnutrizione grave anche se in passato è stato uno spettro che tutti i suoi figli hanno dovuto combattere quotidianamente.
Per Veronica la consegna dei kit di bestiame sarà un nuovo inizio verso una vita più autonoma, più sicura, nella quale sarà finalmente protagonista del proprio futuro.
Foto di Roger Lo Guarro