La popolazione della Striscia di Gaza, più di 2 milioni di persone attualmente, da molti anni convive con la guerra: intrappolati in questa striscia di terra densamente popolata, alla mercé di bombardamenti, senza un luogo sicuro in cui trovare rifugio e senza accesso ai servizi assistenziali e mezzi di sussistenza basici, molti civili palestinesi faticano a soddisfare i loro bisogni anche più elementari. In questa crisi umanitaria cronica e terribile, definita anche “crisi della dignità umana” le conseguenze dell’ultimo conflitto armato dello scorso maggio 2021 e il Covid-19, hanno esasperato la crisi esistente, rendendo sempre più persone a Gaza vulnerabili e con un disperato e urgente bisogno di assistenza umanitaria.
È proprio qui che Cesvi – insieme ad ACTED e YEC – con il supporto del Fondo Umanitario per i Territori Palestinesi Occupati (oPt HF) è al fianco di oltre 300 famiglie gravemente colpite dalle ostilità e incapaci di soddisfare i loro più urgenti bisogni idrici, igienici e sanitari.
Tra queste famiglie c’è quella di Rima El Bassiouni, una donna di trent’anni, ben istruita e madre di tre figli. Lei e la sua famiglia vivono in condizioni terribili in una casa molto umile a Beit Hanoun, la zona di confine al nord di Gaza. Il marito soffre di una grave malattia dell’udito che non gli permette di lavorare.
Rima è quindi l’unica che può garantire del cibo alla propria famiglia. “Le bombe di maggio hanno reso la nostra casa ancora più fatiscente: il tetto in amianto, le finestre, la cucina e i servizi igienici sono stati gravemente danneggiati. È difficile poter definire questa ancora una casa ” ci racconta.
Per sostenere Rima e la sua famiglia, Cesvi e i suoi partner hanno condotto una valutazione socio-economica seguita da una tecnica sulla sua abitazione. Il risultato ha confermato le parole di Rima: il sistema igienico-sanitario non raggiungeva neanche gli standard igienici e sanitari di base per la presenza di blocchi e crepe delle vecchie tubature e questo causava continue perdite di liquami all’interno di tutta la casa, anche in cucina. Inoltre, sia la cucina sia il bagno non disponevano di una rete e di strutture per l’acqua sicura, e non c’erano né lavandini né docce.
Rima, i suoi figli e suo marito hanno vissuto in queste condizioni per molto tempo, costantemente esposti a rischi igienici e sanitari.
Con il progetto “Risposta rapida per la riabilitazione delle strutture igienico-sanitarie a livello famigliare”, la famiglia di Rima ha potuto ristrutturare e riabilitare le strutture sanitarie e igieniche della propria casa. “Grazie a Cesvi, molti anni di sofferenza sono finiti. Ora ho una cucina grande, ma soprattutto pulita e sicura dove posso cucinare per la mia famiglia. Abbiamo anche un bagno che ci aiuta a garantire ottimi livelli igienici quotidiani, specialmente ai nostri bambini. Questo sostegno ha davvero cambiato la nostra vita, restituendoci un po’ di dignità”.
Come la famiglia di Rima, anche le altre hanno ricevuto denaro per migliorare le strutture igienico-sanitarie della loro abitazioni, migliorando così il loro accesso ai servizi igienico-sanitari di base. L’intervento si è rivolto alle famiglie più vulnerabili, in particolare alle famiglie con capofamiglia donna e alle persone con disabilità.
© Photo credits: Simona Denti