Violente proteste antigovernative infiammano Haiti, dove migliaia di cittadini sono scesi in strada per contestare l’aumento dei prezzi e la diffusa corruzione. Le manifestazioni, iniziate già nel luglio del 2018, hanno preso una china particolarmente violenta durante la settimana appena trascorsa, portando alla morte di 9 persone e al ferimento di una dozzina di altre.
Nelle scorse ore Cesvi ha provveduto, in via preventiva, all’evacuazione e al rimpatrio del personale internazionale impegnato ad Haiti, Paese in cui l’organizzazione opera fin dal 2009. In particolare siamo presenti nella capitale Port-au-Prince dove, all’indomani del devastante terremoto del gennaio 2010, abbiamo creato una Casa del Sorriso nella bidonville di Wharf Jérémie per garantire protezione e accesso alla scuola ad oltre 300 bambini dai 3 ai 16 anni.
Nel dipartimento dell’Ovest e Sud-ovest, invece, realizziamo progetti orientati alla gestione e riduzione di rischi e catasfrofi naturali con un focus specifico sulla costruzione di moduli abitativi, igiene ambientale e accesso all’acqua, formazione e supporto agricolo. L’obiettivo è aumentare la resilienza delle popolazioni locali, la loro capacità di reagire agli shock climatici, riducendo al contempo i gravi problemi legati alla nutrizione.
“Abbiamo provveduto al rimpatrio del nostro staff internazionale come misura preventiva e in coordinamento con le Ambasciate di riferimento”, dichiara Pietro Fiore, Security Advisor di Cesvi. “Nonostante le difficoltà degli ultimi mesi, siamo riusciti a garantire sempre continuità al nostro intervento umanitario, grazie anche al prezioso lavoro del personale locale. Continueremo a farlo, monitorando attentamente la situazione affinché le attività possano essere svolte in condizioni di sicurezza”.
Foto di copertina: Roger Lo Guarro