Le statistiche dicono che, in Somalia, le condizioni sono migliorate rispetto agli anni scorsi, e qualcuno parla addirittura di un “successo”. Ma “miglioramento” non significa “successo” in un contesto in cui molti aspetti della vita quotidiana sono ampiamente al di sotto di uno standard accettabile.
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2.9 milioni di somali sono toccati dalla crisi umanitaria |
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50.000 bambini (1 su 7) sono gravemente malnutriti e a rischio di vita |
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La percentuale di donne che rischiano di morire durante il parto è la seconda più alta al mondo e quella dei bambini che rischiano di morire alla nascita è la più alta in assoluto |
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Più di un milione di somali sono sfollati all’interno del Paese |
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La poliomielite è tornata, con 193 casi registrati l’anno scorso |
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Solo il 30% della popolazione ha accesso ad acqua pulita |
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Meno di 1 persona su 4 ha accesso ad adeguate strutture sanitarie |
Con un terzo della popolazione che versa in condizioni di bisogno, la Somalia è tuttora colpita da una crisi gravissima. Non ha senso paragonare tra loro i Paesi: non è giusto, ad esempio, confrontare la Somalia alla Siria e decidere quale tra le due merita maggiore attenzione. Il nostro impegno deve essere orientato al raggiungimento di condizioni di vita accettabili, globalmente, dando adeguata attenzione a tutte le emergenze, in tutti i momenti.
Il contesto somalo è unico e complicato: ci sono diversi fattori destabilizzanti, come il conflitto e la ciclica siccità, che assumono un carattere cronico. Anche se in parte ci sono stati dei passi avanti, le comunità restano comunque in una situazione di profondo shock e disastro.
Il Cesvi, insieme a molte altre organizzazioni, lavora ogni giorno sul campo e conosce bene questi territori. La realtà è molto dura: nel 2014, finora, si è riusciti a dare una risposta solo al 12% dei bisogni umanitari in Somalia.
C’è un rischio concreto che la gente in grave stato di bisogno non sia raggiunta dagli aiuti e che coloro che sono già stati aiutati ricadano nuovamente nell’emergenza.
Insieme possiamo fare la differenza, chiedendo che i fondi internazionali siano messi a disposizione e possano essere impiegati in modo flessibile. Senza un’azione concreta per rispondere alle necessità di emergenza e di sviluppo della Somalia, rischiamo di dimenticare la popolazione somala. Una volta ancora.
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