Settembre è arrivato e con esso per milioni di bambini e bambine il ritorno alla routine scolastica, tra emozioni e paure. In molti Paesi però i banchi e le aule rimarranno vuoti o sotto le macerie. Ciò che per noi è consuetudine e normalità, per altri rimane ancora un miraggio.
L’istruzione, pilastro fondamentale per il futuro di ogni individuo e dell’intera società, è ancora un diritto negato per troppi. Nel solo 2024, ben 242 milioni di studenti in 85 Paesi hanno visto la propria vita scolastica interrompersi a causa di eventi climatici estremi, come alluvioni, siccità e terremoti. Si tratta di 1 studente su 7 a livello globale. L’Asia meridionale e l’Africa subsahariana rimangono le regioni più colpite, dove milioni di bambini erano già fuori dal sistema scolastico o a rischio di abbandono proprio a causa degli effetti del cambiamento climatico.
A tutto questo si aggiungono gli scenari di conflitto, sempre più devastanti. Quasi 2 miliardi di bambini vivono in un Paese in guerra. Alla fine dello scorso anno, sono stati oltre 52 milioni i bambini in contesti di guerra esclusi dal sistema scolastico. E per le bambine la situazione è ancora più grave: hanno una probabilità 2,5 volte maggiore di abbandonare la scuola in condizioni estreme.
L’istruzione è un diritto umano fondamentale che contribuisce a spezzare il circolo vizioso di povertà, violenza e discriminazione. È lo strumento per realizzare il proprio potenziale e contribuire attivamente al bene comune.
Noi di CESVI, attraverso il Programma Case del Sorriso, ci impegniamo ogni giorno per spezzare questa catena di ingiustizia, offrendo opportunità educative, formative e di inserimento lavorativo, oltre a cure e sostegno psicosociale.
Operiamo attraverso le Case del Sorriso sparse nel mondo, sia con interventi che attiviamo a favore dell’infanzia nei contesti più drammatici, come la Striscia di Gaza, o nei Paesi colpiti da catastrofi naturali come il recente terremoto in Myanmar.