Dal 15 aprile 2023, il Sudan è precipitato in una profonda crisi a causa degli intensi combattimenti tra l’esercito governativo e le milizie paramilitari delle Rapid Support Forces (RSF), iniziati nella capitale Khartoum. Questo conflitto si è rapidamente esteso, scatenando una delle più gravi emergenze umanitarie a livello globale.
La crisi degli sfollati: un numero record di persone in fuga
La guerra ha costretto milioni di persone ad abbandonare le proprie case. Si stima che oltre 12,4 milioni di sudanesi siano sfollati, di cui 8,8 milioni hanno cercato rifugio all’interno del Paese, mentre 3,3 milioni sono fuggiti nei paesi limitrofi come Egitto, Ciad e Sud Sudan (UNHCR). Questa rappresenta la più grande crisi di sfollamento al mondo, con metà degli sfollati che sono bambini.
Una delle aree più colpite da questo afflusso massiccio è lo Stato del Mar Rosso, la cui capitale, Port Sudan, era inizialmente un rifugio sicuro. Tuttavia, l’espansione del conflitto, con recenti attacchi nel maggio 2025, ha compromesso la stabilità della regione. Lo Stato del Mar Rosso ha visto la sua popolazione sfollata crescere in modo esponenziale, passando da circa 12.000 persone prima del conflitto a oltre 244.000 a marzo 2025 (IOM DTM update March 2025). Questo aumento improvviso ha messo a dura prova le infrastrutture esistenti, causando carenze critiche di alloggi, servizi igienici e assistenza sanitaria.
Le difficoltà del sistema sanitario e la crescita delle malattie
Il sistema sanitario sudanese, già fragile prima del conflitto, è collassato sotto il peso della guerra. La situazione è particolarmente grave per le donne e i bambini (53% e 60% degli sfollati rispettivamente), che costituiscono la maggioranza degli sfollati e sono particolarmente vulnerabili.
L’emergenza sanitaria è aggravata da preoccupanti focolai di malattie: il colera è una grave minaccia, con un tasso di letalità del 3,7% oltre la soglia di emergenza definita dall’OMS; la malaria colpisce oltre il 35% delle persone vulnerabili; la copertura vaccinale contro il morbillo è scesa sotto il 50% nelle aree più remote colpite dal conflitto.
La mancanza di farmaci per malattie croniche e l’assenza di attrezzature diagnostiche complicano ulteriormente la situazione, lasciando milioni di persone senza cure adeguate.
Sicurezza alimentare e malnutrizione
Il conflitto e il collasso economico hanno aggravato una situazione già critica, portando 17,7 milioni di persone in tutto il Sudan a una grave insicurezza alimentare. Di queste, 4,9 milioni stanno vivendo livelli di fame emergenziali.
L’impatto più devastante si registra tra i bambini. Secondo le Nazioni Unite, si prevede che nei prossimi mesi oltre 3 milioni di bambini saranno malnutriti, di cui più di 600.000 in condizioni estremamente gravi. Questo problema è strettamente legato anche alla crisi sanitaria, poiché la malnutrizione rende i bambini più vulnerabili a malattie infettive come il colera e la malaria.
Protezione e impatto psicosociale
Lo sfollamento ha lasciato molte persone in condizioni di estrema vulnerabilità. Molti sono fuggiti in fretta, spesso senza beni o informazioni chiare su dove cercare assistenza. La maggior parte è stata accolta dalle comunità locali, ma altri hanno dovuto creare insediamenti informali alla periferia delle città. L’arrivo di così tante persone ha sovraccaricato anche i servizi educativi, mettendo a dura prova le risorse e il personale. Molti bambini sfollati non frequentano la scuola, aumentando la loro esposizione a rischi di protezione.
Il conflitto prolungato ha avuto un impatto devastante sulla salute mentale delle persone. Ansia, depressione, stress post-traumatico e isolamento sociale sono molto diffusi, ma i servizi di supporto psicosociale rimangono inadeguati e frammentati rispetto all’entità del bisogno.
Il conflitto in Sudan ha creato una crisi multidimensionale che si riflette nella sicurezza alimentare, nella salute, nella protezione e nel benessere psicologico di milioni di persone, con una situazione che continua a peggiorare.