Terremoto Centro Italia: a che punto siamo

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Una devastante scia sismica ha colpito il Centro Italia tra fine agosto e fine ottobre mettendo in ginocchio tre regioni: Lazio, Marche e Umbria.

Tutto è cominciato con la violenta scossa del 24 agosto che ha sbriciolato Amatrice, Accumuli, Arquata del Tronto e i paesi limitrofi causando 299 vittime e ingenti danni strutturali ed economici. Il dramma si è ripetuto il 26 ottobre e di nuovo il 30 ottobre, quando alle 7:40 del mattino è arrivata una scossa di magnitudo 6.5 con epicentro a Norcia, la più violenta a colpire il nostro Paese dal 1980 ad oggi. Il numero totale degli sfollati supera le 30.200 persone.

“Non potevamo restare indifferenti di fronte ad eventi così drammatici”, sottolinea Daniela Bernacchi, amministratore delegato di Cesvi, “per questo ci siamo attivati subito dopo il terremoto del 24 agosto con un’attività di monitoraggio per rilevare i bisogni più urgenti, coordinandoci con la Protezione Civile e gli altri attori operativi sul territorio”.

“Abbiamo parlato con le insegnanti che ci hanno fornito un elenco dettagliato dei materiali necessari per la scuola di Arquata del Tronto e le sue frazioni e per Montegallo” – continua Lorena D’Ayala Valva, coordinatrice di Cesvi per le emergenze – “Questo confronto è stato importante e ci ha permesso di distribuire kit scolastici per un centinaio di bambini della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo e secondo grado in tempo per l’inizio delle scuole”.

Sul medio-lungo periodo, Cesvi ha deciso di intervenire nelle aree colpite per fornire supporto psicoeducativo alle scuole e alle famiglie della provincia di Ascoli Piceno. II progetto, dal titolo “Una scuola resiliente”, è promosso in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale di Ascoli Piceno e Fermo e con SIPEM SoS Marche, associazione di psicologi per l’emergenza. L’obiettivo è favorire la ripresa della normalità scolastica nelle aree terremotate, accompagnando i bambini in un percorso di superamento della situazione traumatica e fornendo a genitori e insegnanti gli strumenti per riconoscere e rispondere a un eventuale stato di disagio dei piccoli. “Essere travolti da un evento drammatico come il terremoto comporta conseguenze traumatiche nella vita dei bambin. Il progetto nasce dalla volontà di riportare la quotidianità scolastica a una situazione di normalità”, sottolinea Daniela Bernacchi.

In parallelo alle attività con le scuole, Cesvi si sta avvalendo dell’aiuto di Coldiretti Roma-Rieti per mappare i bisogni di agricoltori e allevatori della zona, con l’obiettivo di supportarli nella ripresa della propria attività economica.

Ad Amatrice il 90% delle stalle sono state danneggiate, con crolli che hanno provocato notevoli perdite di capi di bestiame. Inoltre, lo stress provocato dalle scosse ha causato una riduzione della capacità degli animali di produrre latte; molti fienili e casolari sono stati lesionati o completamente distrutti; l’interruzione della viabilità a causa di frane e smottamenti ha reso difficile la consegna del latte, con migliaia di litri che sono andati perduti, e l’assenza di energia elettrica ne ha intaccato la conservazione.

“Siamo in una fase delicata, ci troviamo ancora in una condizione di emergenza per le persone ma c’è anche la necessità di pensare a mantenere in vita le attività economiche senza le quali non c’è ripresa e ricostruzione. Il primo obiettivo è quello di sostenere immediatamente gli agricoltori e gli allevatori che, colpiti direttamente dal sisma, non hanno abbandonato bestiame e terreni. Insieme a Coldiretti, faremo fronte alle necessità di coloro che non dispongono più di una stalla, perché crollata in seguito al sisma, o che hanno perso le attrezzature per la mungitura e la conservazione del latte. Puntiamo a ripristinare le attività di produzione e vendita diretta, dichiara Giangi Milesi, Presidente Cesvi.

L’intervento di Cesvi a sostegno dei produttori agricoli, in particolare aziende di produzione e vendita diretta di latte, selezionati insieme a Coldiretti, prevede la fornitura di strutture che possano ospitare il bestiame e attrezzature che garantiscano il ripristino della produzione come i carrelli per la mungitura, gli impianti di raschiatura, i refrigeratori e i serbatoi per la lavorazione del latte, e i generatori di energia elettrica.

 

 

Foto di Roger Lo Guarro