100.000 morti, quasi 4 milioni e mezzo di bambini sfollati all’interno del Paese, tre milioni di persone intrappolate in zone inaccessibili o sotto assedio e un altro milione e mezzo privo di qualsiasi aiuto alimentare.
È questo il triste e parziale bilancio di 3 anni di conflitto in Siria.
“Il 15 marzo segna il terzo anniversario dall’inizio della guerra” – sottolinea Giangi Milesi, presidente del Cesvi – “Abbiamo il dovere di non dimenticare quello che sta accadendo, quei 4 milioni di donne, uomini, anziani e bambini che ancora oggi vivono in condizioni disperate a causa del conflitto”.
La metà della popolazione siriana, infatti, ha abbandonato la propria casa. Oltre 2 milioni e mezzo sono fuggiti nei Paesi confinanti, tra cui la Turchia, la Giordania e il Libano.
Proprio in Libano Cesvi sostiene un centinaio di famiglie siriane rifugiate nella Valle della Bekaa, distribuendo generi di prima necessità (cibo, coperte, tappeti, gasolio per il riscaldamento) attraverso il lavoro dei volontari libanesi dell’associazione locale Annas Linnas. Un’azione di solidarietà che coinvolge i libanesi nei confronti dei vicini siriani all’insegna dello slogan: “Sei siriano, sei mio fratello”.
Le condizioni dei rifugiati in Libano sono estremamente gravi, soprattutto da un punto di vista medico-sanitario, economico e abitativo. Il bisogno di beni e servizi è crescente.
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Foto di copertina di Giovanni Diffidenti: Siria 2014. Bambini nel campo di sfollati Bab Al Salam. Sono circa 5 milioni e mezzo i bambini siriani colpiti dal conflitto armato.