Nel corso di questa guerra, si è parlato molto della sorte degli animali. E in questi mesi anche noi abbiamo potuto assistere a come, durante gli esodi, chi scappa dalla guerra lo fa anche tenendosi abbracciato agli amici animali. Membri della famiglia da portare in salvo, quando possibile, spesso superando grandi ostacoli e difficoltà.
La presenza degli animali da compagnia nelle immagini dei teatri di guerra non è mai stata così dirompente e mai come prima d’ora aveva colpito e preoccupato, a ragione, l’opinione pubblica. Non che prima non ci fossero, gli animali hanno sempre giocato un ruolo importante nei conflitti anche in passato, spesso portati al fronte al fianco dei soldati.
Tra i nostri incontri ci ha colpito e commosso in modo particolare quello con Denis, un bambino di 10 anni che abbiamo conosciuto con sua mamma, la sorella più piccola e la nonna paterna a Záhony in Ungheria. Ognuno con un piccolo zainetto in spalla contenente le poche cose, quelle essenziali, da portare in salvo, in quella che sarà una vita da ricostruire, per ora, altrove.
Ci mostra con orgoglio che cosa ha deciso di portare in salvo e aprendo il suo zainetto, come uno scrigno prezioso vediamo sorpresi il contenuto: il suo allevamento di formiche. Una scelta non convenzionale e sorprendente: i più portano in salvo giocattoli, cibo, libri, ma Denis ha scelto di proteggere le sue amiche formiche.
Da grande vuole fare il veterinario e il suo allevamento diventa per noi un simbolo. Il simbolo del futuro dei bambini che è giusto preservare anche in situazioni terribili di chi fugge dalla guerra.
Ai tanti bambini che stiamo assistendo alle zone di confine auguriamo questo: che ovunque vadano continuino a coltivare i propri sogni. Saranno più potenti di ogni arma.
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