Nei giorni scorsi l’uragano Matthew, uno dei più potenti degli ultimi decenni, si è abbattuto su Haiti con una velocità di oltre 200 chilometri orari provocando l’innalzamento del mare fino a 3 metri di altezza.
Le prime stime parlano di oltre 300 morti (forse 340) e 3 milioni di sfollati.
Le zone colpite dal disastro sono tra le più vulnerabili alla diffusione del colera nel sud di Haiti, e le forti piogge e inondazioni attese dopo il passaggio di Matthew rischiano di accendere nuovi focolai nella regione. Un disastro che si somma a tutte le difficoltà che Haiti, il Paese più povero di tutto l’emisfero occidentale, si trova ad affrontare quotidianamente.
Da anni Cesvi è attivo nell’area di Les Cayes, nel sud ovest del Paese, con un progetto che intende migliorare la sicurezza alimentare delle comunità locali e la loro capacità di rispondere, adattarsi e riprendersi dagli shock esterni come disastri e calamità naturali.
Il nostro staff si è quindi immediatamente mobilitato per rispondere a questa emergenza e al momento è impegnato in un assessment nel Dipartimento Sud per mappare i bisogni della popolazione e pianificare un intervento efficace. Nella prima fase le attività potrebbero riguardare la distribuzione di ripari temporanei, cibo, beni di prima necessità e kit igienici.
Il nostro ufficio si è allagato e ha subìto alcuni danni strutturali – spiega Stefania Cannavò, Desk Officer di Cesvi per Haiti – La situazione delle comunità con cui operiamo a Les Cayes è grave: il lavoro agricolo era già stato avviato ma ora i contadini dovranno ricominciare tutto da capo.
Il sud è stato tagliato fuori dal resto del Paese – continua Stefania – è crollato un ponte e questo ha interrotto l’unica via di comunicazione tra il nord, e la capitale Port-au-Prince, e il Sud.
Fin dalle prime ore Cesvi si sta coordinando con tutti gli attori operativi sul territorio e con i partner di Alliance2015, il network di ONG europee di cui fa parte dal 2002.
Puoi sostenere le nostre attività di emergenza ad Haiti con una donazione. Anche un piccolo gesto può fare molto per chi ha perso tutto.
Foto di copertina: ACTED