Foto di Gian Vittorio Frau, testo di Ludovico Caggese
Man mano che ci si addentra nel quartiere San Paolo saltano subito all’occhio molte delle problematiche che affliggono questa realtà. Immaginate di trovarvi in una periferia dormitorio, una distesa occupata solo da asfalto e palazzi, molti dei quali in condizioni fatiscenti. Percorrendone le strade è quasi impossibile trovare luoghi dove un bambino possa dar sfogo alla fantasia e alla voglia di sognare, dove possa rincorrere un pallone o giocare a nascondino. Eppure, racchiusa all’interno di questa quotidianità che priva i bambini di quelle serenità e spensieratezza che dovrebbero avere, è possibile trovare un’oasi di bellezza: la Casa del Sorriso.
Non appena mettiamo piede all’interno della Casa percepiamo le differenze rispetto l’ambiente circostante. Qui gli spazi e gli arredi sono belli, confortevoli e accoglienti. La cura dello spazio, in questo luogo, diventa non solo un elemento educante, ma anche un tetto per le speranze e il bisogno di amore di centinaia di bambini, i quali imparano così che la bellezza è anche un loro diritto.
Veniamo accolti da operatrici e operatori che quotidianamente lavorano qui. La loro energia e positività ci investono fin da subito. In un luogo dove tutti i giorni si combatte contro la trascuratezza e la vulnerabilità, sono i sorrisi e la voglia di mettersi in gioco a fare da padroni.
Mostrandoci gli ambienti, queste donne e questi uomini ci raccontano dello splendido lavoro di équipe che tutti i giorni svolgono all’interno della Casa del Sorriso. Il primo luogo in cui ci portano è l’Emporio Solidale, dove chiunque sia in stato di bisogno può recarsi per ricevere un pacco di pannolini, un vestito o un giocattolo. Molte delle famiglie che si rivolgono alla Casa passano innanzitutto per di qua, trovando ad accoglierle il volto gentile di Antonella, che, forte della sua esperienza trentennale, riesce ad individuare le situazioni di fragilità, indirizzandole verso il percorso più adatto.
Mentre i bambini, poco distante da noi, partecipano al laboratorio di yoga, scambiamo due chiacchere con Valentina e Rosanna, rispettivamente pedagogista e psicologa del centro, che ci illustrano come attraverso vari laboratori sportivi (vediamo di sfuggita il campetto polivalente all’esterno) e artistici si permetta ai bambini e ai loro genitori di esplorare e riconoscere la propria emotività, in un percorso di crescita delle competenze emotive e relazionali. La trascuratezza dell’aspetto emotivo e relazionale è una problematica molto forte all’interno delle famiglie, dove, ci dice Rosanna, “sedersi con tuo figlio e leggergli una storia non è così scontato. Durante i laboratori i genitori si sono incantati nel sentire le storie, perché loro non erano abituati. Nessuno aveva mai raccontato loro delle storie”.
Quello che abbiamo visitato è un luogo di bellezza: la bellezza degli ambienti pensati e creati per i bambini; la bellezza delle persone che vi operano, le quali, affiancando professionalità e competenza a familiarità e delicatezza, accompagnano i bambini e le loro famiglie in un percorso di riscatto; la bellezza di un luogo che offre opportunità: l’opportunità di sognare, di essere ascoltati e supportati.
Se, come dice Dostoevskij, “La bellezza salverà il mondo”, allora ecco che la Casa del Sorriso di Bari mi fa credere che salvare il mondo sia davvero possibile.