Testo di Matteo Manara
Il personale della Casa del Sorriso incontra Margaret in quello che è forse il vero momento di svolta della sua vita. Margaret ha 14 anni e apparentemente nessun legame familiare alle spalle… vive per strada insieme ad un gruppo di amici e soffre di alcuni malesseri a cui non ha ancora saputo dare un nome. Gli operatori di CESVI, impegnati in una delle consuete attività di sensibilizzazione, fondamentali per identificare i nuovi arrivi sulla strada, la invitano a visitare la Casa del Sorriso, per farsi una doccia, ricevere un pasto caldo, e fare una chiacchierata lontano dal rumore della strada e da occhi indiscreti.
Non sempre questi approcci vanno a buon fine, ma Margaret promette di dare seguito all’invito e mantiene la parola. Così, non appena le sue visite diventano più frequenti e si stabilisce una relazione di fiducia, anche per lei arriva l’ora di raccontare la propria storia. Lo sguardo è perso nel vuoto, gli occhi piangono qualche lacrima, mentre il cuore si confida. “Mia madre è morta quando io ero molto piccola. Purtroppo non ricordo il suo volto e di lei non mi rimane nemmeno una fotografia… mio padre invece ha trascorso 6 anni in prigione, durante la mia infanzia, per un furto di bestiame. Io sono passata così da un parente all’altro, senza riuscire a legarmi veramente a nessuno. In questo periodo, ho perso circa 2 anni di scuola, perché nessuno si faceva carico della mia istruzione”.
Uscito di prigione, il padre di Margaret si risposa e la riprende a vivere con sé, ma come spesso avviene in questi contesti, la relazione tra matrigna e figliastra è tempestosa e non porta a nulla di buono. “Vessata dalla mia matrigna e frustrata dalla vita che facevo, sono scappata. Ma una volta in strada sono stata subito adescata e costretta a lavorare come prostituta. Quando si è presentata l’occasione buona per fuggire, sono tornata in strada, non senza aver denunciato alla polizia quello che mi avevano fatto”.
È a questo punto, con i suoi aguzzini ormai arrestati e condannati grazie al suo coraggio, che avviene l’incontro con gli operatori di CESVI e con la Casa del Sorriso. L’incubo è finito, inizia la risalita…
Margaret risulta positiva al test HIV, ma inizia una terapia antiretrovirale che la aiuta a stare meglio. Nel frattempo vengono ristabiliti i legami con una zia, che Margaret conosceva a malapena e che accetta di prenderla con sé. Con l’ottenimento del certificato di nascita, avvenuto anche questo grazie a CESVI, la giovane può tornare a scuola e recuperare il tempo perduto.
Oggi Margaret continua a vivere con la zia, a 250 chilometri dal luogo dove è iniziata la sua rinascita. Studia con grande applicazione e sogna di diventare insegnante.