Cosa vuol dire vivere in un luogo dove la densità abitativa raggiunge i 150mila abitanti per km²? Difficile immaginarselo, considerando che in Italia il comune che presenta la più alta densità di abitanti – Portici in provincia di Napoli – raggiunge a malapena i 12.300 abitanti per km².
Nel campo profughi di Shu’fat, l’unico campo profughi palestinese sotto la giurisdizione del comune di Gerusalemme, 25.000 persone vivono in un’area di 0,2km²; il sovraffollamento che ne consegue rende molto difficile la convivenza al punto che consumo di droghe e incidenza di atti vandalici e violenze sui gruppi più vulnerabili sono in continuo aumento.
Un altro grande problema derivato dal sovraffollamento è quello dei rifiuti. «Non siamo mai riusciti ad ottenere e gestire un efficace sistema di raccolta rifiuti” racconta Mahmoud, settantenne proprietario di un piccolo supermarket. “La scena che si presentava ai miei occhi ogni volta che uscivo di casa era tremenda: sacchetti colmi di rifiuti ovunque, il cui contenuto veniva sparpagliato lungo la strada da gatti e topi in cerca di cibo. Molte famiglie bruciavano i rifiuti perché non sapevano come altro disporne e l’aria, già impestata dall’odore acre della spazzatura, diventava irrespirabile».
Nel 2016 Cesvi in collaborazione con i partner Overseas e UNRWA ha avviato un progetto finanziato dalla Commissione Europea che ha l’obiettivo di migliorare le condizioni igieniche della comunità di Shu’fat attraverso la formazione tecnica degli operatori ecologici di UNRWA e delle organizzazioni locali, l’educazione ambientale di insegnanti, studenti e cittadini e l’avvio di un nuovo ed efficace sistema di gestione dei rifiuti.
«La situazione nelle strade è nettamente migliorata: i netturbini di UNRWA lavorano meglio grazie alla formazione tecnica ricevuta e a un nuovo sistema di raccolta rifiuti che alleggerisce il loro lavoro; 5.000 famiglie hanno ricevuto bidoni per la spazzatura, che non viene più accumulata agli angoli della strada; le persone dispongono in modo corretto dei rifiuti perché sanno quanto le condizioni ambientali circostanti siano fondamentali per la loro salute. La vita degli abitanti di Shu’fat è migliorata sensibilmente, sia a livello pratico che a livello psicologico».