di Roberto Vignola
Durante la notte, in volo tra Milano e Chennai, la capitale del Tamil Nadu in India, ho fatto molti sogni tormentati. Mi pesa lasciare i miei 2 figli piccoli a casa perché so che gli mancherà il loro papà. Allo stesso tempo sono felice di aver ricevuto l’incarico di visitare le Case del Sorriso in India.
Sono orgoglioso di essere l’ambasciatore della tua solidarietà, il ponte che unisce te e i bambini che sostieni con la tua donazione regolare. All’arrivo sono travolto da un caldo umido che segna 42 gradi di temperatura ma non ho mai patito particolarmente il caldo, il cibo diverso e speziato, l’assenza del mio caffè. Così mi metto subito in macchina con i miei colleghi indiani del Cesvi: entro sera devo arrivare alla Casa del Sorriso dove sono ospitate le nostre bambine, non vedo l’ora di conoscerle.
Ad accogliermi c’è una folla di bimbe festanti che vanno dai 5 ai 17 anni. Mi benedicono segnandomi la fronte con una polvere rossa come è tipico della cultura indiana e sono pronto a iniziare la mia esperienza con loro. Subito le bimbe meno timide mi chiedono come mi chiamo, mi incalzano con moltissime parole italiane che hanno imparato dalle volontarie che il Cesvi spesso ospita in queste case.
Tra tutte le piccole noto subito una ragazzina che tiene lo sguardo basso e se ne sta in disparte. Provo ad avvicinarmi e lei subito si apre in un meraviglioso sorriso. Si chiama Anjugam, ha 12 anni ed ha perso entrambi i genitori da alcuni anni. Ha un fratello e una sorella più grandi ma non mi sembra molto felice di parlarne. Piano piano conquisto la sua fiducia e inizia a raccontarmi.
“Al di là di mia nonna, nessuno mi vuole bene nella mia famiglia. Quando i miei genitori sono morti i miei due fratelli maggiori non hanno esitato a cacciare me e la nonna dalla casa di mamma e papà. La nonna, fortunatamente, ha trovato ospitalità da sua sorella e io sono venuta a vivere qui nella Casa del Sorriso… Ora questa è la mia casa, queste ragazze sono le mie sorelle, il Cesvi è la mia famiglia”.
La piccola Anjugam ha trovato finalmente un posto dove si sente amata, dove crescere felice e rincorrere i suoi sogni: diventare un’insegnante e costruirsi una vita di amore, senza liti in famiglia, senza rancori, una vita di serenità. Grazie a te…
Foto di Franco Franchini