L’edizione 2022 di Bergamo Jazz sostiene l’impegno di Fondazione Cesvi nell’Emegenza Ucraina.
80 artisti originari di 10 nazioni diverse (Stati Uniti, Cuba, Gran Bretagna, Grecia, Spagna, Francia, Danimarca, Norvegia, Brasile, Italia), 30 giornalisti accreditati, anche dall’estero (Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Norvegia), oltre 500 abbonamenti alle tre serate al Teatro Donizetti: dal 17 al 20 marzo, nel ritrovare la sua collocazione temporale naturale in luoghi simbolo della città, la 43esima edizione di Bergamo Jazz Festival spargerà ovunque i suoni di una musica in costante movimento e simbolo del dialogo tra culture diverse. In un momento storico difficile, con una guerra nel cuore dell’Europa e una pandemia ancora non completamente debellata, la musica deve più che mai farsi interprete e portatrice di messaggi di pace e di solidarietà tra i popoli: se la musica non può cambiare il mondo, può sicuramente migliorarlo.
La Fondazione Teatro Donizetti, il Comune di Bergamo, insieme a tutti i partner istituzionali e privati che collaborano alla realizzazione di Bergamo Jazz, sono pienamente consapevoli di tutto ciò e rinnovano il proprio impegno affinché il Festival sia un momento di arricchimento culturale e umano, oltre che di sensibilizzazione civile. A questo proposito, Fondazione Teatro Donizetti e Bergamo Jazz aderiscono alla raccolta fondi promossa da Fondazione Cesvi con l’iniziativa “Emergenza Ucraina”: in occasione dei concerti, il pubblico potrà effettuare donazioni destinate alla popolazione colpita dal conflitto.
Osservando la programmazione di Bergamo Jazz 2022, Maria Pia De Vito, Direttrice Artistica del Festival, ha allestito un cartellone che disegna «un’appassionante traiettoria di linguaggi dove le Americhe, l’Europa, l’Asia si incontrano nel solco di un sincretismo che non finisce di stupire ed interessare fasce diversificate di ascoltatori. Standards e new standards, elettronica, musica contemporanea, Afroamerica e Sardegna, Nordeuropa e melodia, poliritmie indiane, Brasile, improvvisazione radicale ed echi di danze: l’improvvisazione è il dialektos, o l’esperanto, delle tante musiche che ascolteremo».
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