Nella Repubblica Democratica del Congo, il Cesvi si occupa di un programma sociale dedicato ai ragazzi di strada: nella capitale Kinshasa si affollano migliaia di bambini di strada, chiamati shegué, orfani di guerra ed ex bambini soldato, il cui numero aumenta di giorno in giorno. A questi si aggiungono i tantissimi bambini abbandonati o cacciati di casa da genitori che non sono più in grado di sfamarli o che li accusano di stregoneria.
In totale si contano 14 mila ragazzi di strada e oltre 36 mila bambini vulnerabili e orfani, soprattutto a causa dell’Aids. Sono queste le cifre allarmanti che fotografano la realtà di Kinshasa, dove l’80% della popolazione vive con meno di 2 euro al giorno in quartieri disastrati e privi dei più elementari servizi e il 17% dei ragazzi è analfabeta.
Bakote, 16 anni, è una di queste ragazze di strada. Il Cesvi sta cercando di aiutarla attraverso attività di recupero e formazione professionale e una struttura che sarà in grado di accogliere, tra il 2015 e il 2016, 100 minori in forma residenziale. L’obiettivo è garantire loro supporto alimentare, cure mediche, assistenza psicosociale e appoggio educativo.
Ecco come Bakote ci ha raccontato la sua storia.
Mi chiamo Bakote, ho 16 anni e vivo a Kinshasa.
Per un periodo ho frequentato la scuola, ma non ho potuto finire perché i miei genitori non avevano più soldi per permettere a me e ai miei 5 fratelli di proseguire gli studi.
Così ho cominciato a vivere in strada: i miei – che gestiscono una piccola attività commerciale – non riuscivano a sfamarci e io finivo per restare tutto il giorno in casa senza fare niente. Mangiare era difficile. Allora mi sono data appuntamento con le mie amiche, che già vivevano in strada, e abbiamo iniziato a vivere insieme e a prostituirci. Lo facevo anche per pochi soldi, a volte rubavo.
In strada ci sono regole precise: nel gruppo di ragazzi di strada ognuno deve avere un proprio compagno. Nel nostro gruppo i problemi più frequenti erano le rapine. E noi ragazze, ogni giorno, vivevamo esposte al rischio di stupro. Purtroppo non sono riuscita a sfuggire a questo rischio
Poi un giorno, grazie agli educatori del Cesvi che lavorano come assistenti sociali, ho conosciuto questo progetto e ho iniziato a seguire i corsi di formazione in taglio e cucito. Dopo il corso, ci danno un pasto completo.
Questo progetto è davvero molto importante per me, ha cambiato la mia vita. Per esempio ho imparato a cucire gli abiti, a lavarmi le mani prima e dopo essere stata in bagno, ho imparato come salutare le persone, ho imparato come proteggermi dall’HIV. Non mi comporto più come una ragazza di strada e sento che gli altri iniziano a considerarmi. Mi sento utile alla società.
Con questo progetto ho ricevuto una buona educazione e imparo ad avere cura di me stessa.
Oggi posso finalmente sognare un futuro migliore. Il mio sogno è quello di aprire un atelier di sarta e diventare io stessa, un giorno, una formatrice in grado di aiutare altri ragazzi in difficoltà.
Questo progetto rientra tra le attività sostenute da La Fabbrica del Sorriso, la storica maratona di solidarietà promossa e realizzata da Mediafriends. Da domenica 15 marzo a domenica 29 marzo è possibile donare 2 euro inviando un SMS al 45595 da mobile (TIM, Vodafone, Wind, 3, Poste Mobile, Coop Voce). E’ possibile donare 2 euro chiamando lo stesso numero da rete fissa Vodafone, TeleTu e Twt, oppure donare 2 o 5 euro chiamando sempre il numero 45595 da rete fissa Telecom Italia, Infostrada e Fastweb. L’IBAN di riferimento per tutte le donazione bancarie è IT92R0103020600000055555575. Puoi donare anche online. |
Foto di copertina: Cristina Francesconi