Siccità, alluvioni, desertificazione e tanti altri eventi meteorologici estremi causati dalla crisi climatica costringono sempre più persone ad abbandonare la propria casa e spesso anche il proprio Paese, in cerca di sicurezza e protezione.
I dati di UNHCR sono allarmanti: nel 2022 ben 108.4 milioni di persone hanno lasciato la propria casa a causa di guerre ed eventi estremi legati al cambiamento climatico, 19.1 milioni in più rispetto al 2021.
Tra le categorie più vulnerabili come in ogni emergenza ci sono i bambini. I minori sfollati sono infatti maggiormente a rischio di abusi, traffico e sfruttamento. Solo nell’ultimo anno 12 milioni di bambini sono stati sfollati a causa degli eventi climatici estremi.
Pur non esistendo formalmente l’espressione “rifugiato climatico”, è ormai evidente che a causa degli effetti dei cambiamenti climatici è aumentata la frequenza e l’intensità di disastri improvvisi che costringono alla fuga milioni di persone, sia internamente al proprio Paese che fuori dai confini. Gli eventi correlati al clima che provocano lo spostamento di milioni di persone possono essere improvvisi ed estremi, ma anche lenti cambiamenti che deteriorano le condizioni ambientali rendendo intere regioni invivibili.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati sottolinea inoltre che «le regioni in via di sviluppo, che sono tra le più vulnerabili dal punto di vista climatico, ospitano l’84% dei rifugiati del mondo.”
Noi di CESVI interveniamo da anni in contesti particolarmente soggetti alle conseguenze del cambiamento climatico, luoghi in cui si sono verificati negli ultimi anni grossi fenomeni di migrazione come il Pakistan, la Somalia, l’Etiopia e il Kenya.
In Pakistan le alluvioni dell’estate scorsa hanno provocato il più grande sfollamento dovuto ad un disastro naturale dell’ultimo decennio: ben 8,2 milioni di persone (di cui 3,4 milioni di bambini) hanno abbandonato la propria casa. Per rispondere a questa emergenza, Noi di CESVI abbiamo sostenuto più di 193.700 persone in Pakistan fornendo aiuto umanitario immediato e sostenendo le comunità locali nella costruzione di una maggiore resilienza ai futuri disastri naturali.
Nel Corno d’Africa, la siccità prolungata (5 stagioni di piogge mancate) ha costretto 2,7 milioni di persone a migrare. Nel corso del 2022, noi di CESVI che operiamo nell’area da molti anni, abbiamo sostenuto quasi 301.600 persone colpite dalla siccità nel Corno d’Africa con interventi mirati a combattere la malnutrizione – in particolare per i bambini e per le donne in gravidanza e in allattamento – e progetti di sostegno ad agricoltori e allevatori e aiutando le comunità, con particolare attenzione alle donne, a sviluppare modelli di business che possano garantire maggiori possibilità di reddito e di conseguenza di maggiore accesso al cibo e ai servizi.
La crisi climatica è una sfida globale che richiede un intervento immediato, e a pagarne il prezzo il più alto sono – ancora una volta – i più vulnerabili. Rimani al nostro fianco e aiutarci a contrastarla.
Foto © Unione Europea, 2022 – ph. Abdul Majeed