Il lungo conflitto israelo-palestinese è entrato in una nuova pericolosa fase. Lo scorso sabato (7 ottobre), infatti, Israele ha subito un ingente attacco di razzi da parte del gruppo militante palestinese Hamas – il gruppo paramilitare e politico che controlla la Striscia di Gaza. L’attacco è avvenuto anche via terra con una profonda incursione palestinese in territorio di Israele, che ha dichiarato lo “stato di guerra” e lanciato la sua controffensiva bombardando la Striscia di Gaza e preparando un imponente attacco via terra.
Il bilancio è estremamente drammatico da entrambe le parti: sono infatti migliaia i morti e feriti.
Secondo i dati delle autorità israeliane e palestinesi al momento le vittime in Israele sono più di 800 e 2.500 i feriti, mentre in Palestina (Gaza) sono oltre 500 e i feriti 2.750. Da entrambe le parti si prevede che i numeri siano destinati a crescere.
Secondo UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente) i bombardamenti israeliani nelle zone residenziali della Striscia di Gaza hanno causato lo sfollamento di 123.538 civili palestinesi, distruggendo oltre 159 abitazioni e danneggiandone più di 1.210. Gli attacchi hanno inoltre provocato l’interruzione dei servizi igienico-sanitari a oltre 400.000 persone e dopo il taglio della fornitura di energia elettrica da parte di Israele, si teme che i generatori abbiano carburante a sufficienza per pochi giorni.
CESVI opera in Palestina fin dal 1994 nei settori di accesso all’acqua e di promozione dell’igiene e della salute con l’obiettivo di migliorare la resilienza della popolazione palestinese e la fornitura di servizi igienico-sanitari e di acqua potabile a livello comunitario, domestico e per strutture educative e sanitarie.
In questo momento il nostro staff espatriato si trova a Gerusalemme, in un’area relativamente tranquilla per ora, ed è in contatto con CESVI, con l’ambasciata Italiana e con il Dipartimento di sicurezza delle Nazioni Unite (UNDSS) e le altre organizzazioni per scambio di informazioni e necessità. Anche il nostro staff locale, di cui due persone a Gaza, è in salvo e al sicuro. Le attività della nostra organizzazione in West Bank sono sospese momentaneamente.
La situazione è grave e preoccupante. Rimaniamo in contatto con il nostro staff e i partner locali per seguire quanto sta accadendo. Siamo al fianco di tutti i civili, innocenti e incolpevoli, che pagano le conseguenze di questo conflitto mai risolto.