Un approccio olistico contro la violenza di genere in Tajikistan

Ph. Monika Bulaj

In Tajikistan, nelle regioni di Sughd e Khatlon, Cesvi e i suoi partner hanno realizzato il progetto “Vivere con dignità” per ridurre l’impatto della violenza sulle giovani donne. Il progetto ha visto l’implementazione di sessioni di sensibilizzazione sul tema della violenza domestica e ha promosso l’empowerment economico delle giovani donne, offrendo loro i mezzi per avviare dei business che contribuissero al sostentamento della famiglia.

Condividiamo una riflessione sulle attività, terminate ad aprile 2018, da parte di Rachel Jewkes, Direttrice di “What works to prevent violence against women and girls?” – programma globale supportato da DFID –, che ha finanziato il progetto in Tajikistan.

Ho conosciuta Farzona una paio di anni fa, quando ha preso parte al progetto di prevenzione della violenza per il quale stavo lavorando. Allora aveva circa 35 anni e soffriva di forti mal di testa e ansia a causa di anni di abusi domestici e malnutrizione.

Ora Farzona afferma di avere il dastarkhan’ (paniere) pieno, e di non avere più difficoltà a procurare il cibo per la famiglia.

È a capo di una piccola attività di panetteria; racconta che i rapporti con il marito sono molto migliorati, perché entrambi sono molto impegnati nel cercare di sostenere la famiglia.

Farzona è una delle molte donne che ha potuto osservare un sensibile miglioramento della propria vita familiare grazie al programma di aiuto internazionale Zindagii Shoista (“Vivere con dignità”). Il programma ha utilizzato un approccio olistico di prevenzione della violenza domestica che lavora sulle relazioni familiari e sui mezzi di guadagno, coinvolgendo sia uomini che donne di differenti fasce di età.

“Vivere con dignità” è supportato da evidenze di ricerca che hanno rivelato la portata della violenza e della discriminazione sperimentate da molte giovani donne tajike sposate, da parte sia dei mariti che dei parenti acquisiti, spesso in contesti rurali di povertà.

Il progetto è stato finanziato dalla Cooperazione inglese e realizzato da organizzazioni della società civile – l’organizzazione International Alert e l’ONG Cesvi – insieme ai partner locali FARODIS e Women of the Orient.

Il programma, durato 18 mesi, ha dimostrato che, quando le famiglie lavorano insieme per affrontare le disparità di genere e trovano nuovi strumenti di sostentamento, si può ottenere un impatto autentico, positivo e di lungo corso sulle entrate familiari, la sicurezza alimentare e la violenza contro le donne.

Le iniziative di micro-finanza, i cash transfer e i programmi di riduzione della povertà non sono strumenti nuovi nella lotta alla violenza sulle donne, e non sempre sono efficaci. Ma progetti su base familiare come questo raggiungono risultati sorprendentemente positivi in tempi relativamente brevi.

Durante il periodo di progetto, la percentuale di donne che hanno riportato violenza da parte del partner si è dimezzata. L’insicurezza alimentare femminile si è ridotta di due terzi, e l’incidenza delle donne che hanno un’entrata economica è quadruplicata. Allo stesso tempo, i casi di depressione nelle donne sono quasi dimezzati, e i casi negli uomini si sono ridotti a meno della metà.

Questo articolato programma su base familiare affronta due fattori critici per la violenza su donne e ragazze: il sistema patriarcale di norme sociali e la povertà.

Il successo di “Vivere con dignità” è dovuto alla sua attenta progettazione, ai forti fondamenti delle evidenze scientifiche e a una teoria del cambiamento coerente. Trova le sue radici nelle teorie sui rapporti tra genere e potere adattate alla situazione tajika, uno dei molti contesti in cui le donne più anziane si uniscono agli uomini nell’oppressione delle giovani donne.

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La violenza sulle donne è un fenomeno dilagante, ma può avere una fine. Progetti come “Vivere con dignità”, che coinvolgono sia uomini che donne, hanno maggiori probabilità di avere benefici di lungo periodo.

Per ottenere un cambiamento duraturo, è meglio lavorare alla prevenzione della violenza sia con gli uomini che con le donne. Ne abbiamo avuto prova dalla ricerca e dall’esperienza diretta. Ma la messa in pratica di questa evidenza dipende dalla concretezza dell’impegno politico che riusciamo a ottenere, e dalla disponibilità di governi nazionali e donatori internazionali nel portare sul tavolo i gli investimenti sostanziali necessari.

Leggi l’analisi completa, in lingua inglese, sulla piattaforma Open Democracy.

 

Foto di Monika Bulaj