L’African Ivory Route, in Sudafrica, conquista il secondo posto nella categoria “Local Economic Benefit” ai World Responsible Tourism Awards 2018, l’iniziativa settoriale organizzata ogni anno dal World Travel Market di Londra. Il premio è vinto in ex-aequo con Coconut Lagoon, Kerala (India) e Madi a Thava Limpopo (Sudafrica).
I giudici hanno premiato l’impegno di lunga data per lo sviluppo e l’inclusione delle popolazioni locali nel settore del turismo, riconoscendo “la riuscita creazione di un percorso tra safari e cultural camps e il rilevante impatto economico e sociale raggiunto dall’African Ivory Route e in particolare dalle attività di micro-imprenditoria che ha finanziato e supportato: la produzione del sale sacro di Baleni, il lago sacro di Fundudzi, la Ribola Art Route con le attività locali di lavorazione manuale: tessitura, arredamenti, artigianato e prodotti cosmetici”.
L’African Ivory Route (AIR) è stata inaugurata nel 2000 da Cesvi con il supporto dell’Unione Europea. Il progetto ha aiutato le comunità nella gestione sostenibile delle risorse naturali e nello sviluppo di un’economia che sfrutti le opportunità dell’ecoturismo.
L’ecoturismo contribuisce infatti alla diversificazione dei mezzi di sussistenza e migliora la resilienza ambientale e sociale. Il progetto ha trasformato il business tradizionale dell’AIR, basato sull’affluenza di turismo autonomo e di basso livello, indirizzandosi verso un mercato turistico di maggiore valore, in grado di incrementare i servizi dei campi che fanno parte del circuito.
Nella selezione dei vincitori, la commissione ha voluto premiare attività che hanno dimostrato “un impegno per lo sviluppo dell’economia locale attraverso le risorse proprie del luogo e la promozione del lavoro, con il raggiungimento di risultati significativi”. L’ambizione ultima è quella di “mostrare esempi rilevanti di turismo responsabile e utilizzarli per sensibilizzare le persone, inclusi i consumatori, su quanto è possibile realizzare, invitandoli a imitare o a superare i successi ottenuti”.
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Foto di Andrea Frazzetta