L’8 settembre il mondo celebra la Giornata internazionale dell’alfabetizzazione. La ricorrenza fu istituita dall’Unesco nel 1966 per promuovere l’alfabetizzazione come strumento per rafforzare individui e comunità. Uno strumento che si traduce in uno straordinario “effetto moltiplicatore”: rende le persone più partecipi della vita in società e più attrezzate nel provvedere al proprio sostentamento.
Non solo: l’alfabetizzazione è considerata agente di cambiamento verso uno sviluppo più sostenibile. È infatti un fattore che influenza positivamente la salute e lo stato nutrizionale di famiglie e bambini, contribuisce alla riduzione della povertà e aumenta considerevolmente le opportunità di vita (Unesco). Non a caso l’SDG4, che auspica l’accesso universale a un’istruzione di qualità, la inserisce tra gli obiettivi per il 2030.
Il traguardo non è dietro l’angolo, se si stima che almeno 750 milioni di giovani e adulti non sanno leggere né scrivere. Anche i bambini ne sono coinvolti: sono 264 milioni, secondo l’Unesco, a mancare delle più basilari competenze di alfabetizzazione. In Asia meridionale 27 milioni di bambini tra i 5 e i 13 anni non vanno a scuola. La maggior parte di essi – quasi 12 milioni su una popolazione scolastica totale di 195 – vive in India (Unicef 2014).
Cesvi lavora per l’educazione e la scolarizzazione di bambini in situazione svantaggiate nelle Case del Sorriso, e in particolare in India. Le due strutture ricettive nel Paese ospitano quasi 50 tra bambini, bambine, ragazzi e ragazze dai 6 ai 15 anni. Il servizio delle Case del Sorriso copre le rette scolastiche dei giovani ospiti, e mette a loro disposizione il materiale scolastico necessario. I bambini hanno inoltre la possibilità di esplorare le offerte di lettura di una piccola biblioteca interna alla Casa.
Attività extrascolastiche e supporto allo studio è quanto la Casa offre loro per scoprire le proprie potenzialità. Perché di questo si tratta: avere la possibilità di sfruttare al meglio le capacità che ciascun bambino ha in sé. Ciò di cui ha bisogno e diritto, e un contesto che gli permetta di farlo.
Leggi la storia di Vignesh, che nella Casa del Sorriso coltiva ogni giorno la sua passione per lo studio.
Foto di Franco Franchini