Il 12 giugno si celebra la Giornata Mondiale contro il lavoro minorile, istituita nel 2002 dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) per sensibilizzare l’opinione pubblica sui milioni di bambini vittime di lavoro forzato nel mondo. Cesvi, da sempre in prima linea per la tutela dell’infanzia, interviene nelle periferie degradate delle grandi città di Haiti, Zimbabwe, India, Sudafrica, Brasile e Perù attraverso le Case del Sorriso, per garantire i diritti dei bambini.
Sono 152 milioni i bambini sottoposti a lavoro forzato nel mondo; la maggior parte vive in Paesi segnati da conflitti o calamità naturali, dove scuole e servizi per l’infanzia sono i primi a essere drasticamente danneggiati.
Secondo un censimento nazionale del 2011 in India 10.1 milioni di bambini sono vittime di sfruttamento del lavoro minorile. A sud del Paese, in Tamil Nadu, intere famiglie vengono impiegate nei mulini di riso e nelle fabbriche di mattoni in condizioni di sfruttamento. Quando non coinvolti in faticose attività lavorative a supporto dei genitori i bambini più piccoli sono trascurati e lasciati incustoditi a vagare per le strade.
Nel distretto di Thiruvallur la Casa del Sorriso si prende cura di bambini e ragazzi orfani o vulnerabili. La Casa gestisce due centri diurni che accolgono bambini dai 3 ai 6 anni, figli dei lavoratori dei mulini di riso e delle fabbriche di mattoni. Obiettivo primario di questi centri è quello di mettere al sicuro questi bambini, evitare che diventino vittime di lavoro forzato e che siano esposti ai pericoli della trascuratezza.
Come è stato per Shanti, una delle bambine che frequentano il centro. Il fiume da cui il padre pescatore ricavava il sostentamento della famiglia si è prosciugato, costringendo la famiglia a cercare lavoro in un mulino di riso nel distretto di Thiruvallur. Un solo stipendio sarebbe stato insufficiente a sfamare tutti, per cui anche la madre è stata costretta a lavorare. Shanti e il fratellino, senza più nessuno che badasse a loro, passavano le giornate da soli, abbandonati a se stessi.
Shanti risentiva fortemente della trascuratezza dei genitori; smise di mangiare e di andare a scuola, non rideva e non giocava più. I genitori preoccupati si rivolsero a uno dei centri diurni gestiti dalla Casa del Sorriso, affinché i suoi operatori si prendessero cura della bambina mentre loro erano al lavoro. L’unica altra alternativa sarebbe stata portarla con sé al mulino di riso.
Da quando ha iniziato a frequentare il Centro, Shanti è tornata la bambina allegra di sempre. Ha ripreso a sorridere e ogni mattina attende impaziente il momento di giocare con i suoi amici e gli operatori del centro diurno. E questo è un enorme sollievo per sua madre, che ora può andare a lavorare senza più temere per il benessere della figlia.
Foto di copertina: Roger Lo Guarro