La crisi umanitaria che sta affliggendo Haiti è diventata sempre più allarmante e urgente. Il 29 febbraio sono scoppiate violenze in numerosi quartieri della capitale Port-au-Prince. Poco dopo pesanti scontri a fuoco hanno gettato la città nell’insicurezza più totale. Le violenze hanno provocato lo sfollamento di almeno 15.000 persone. In tutto il Paese, gli sfollati sono più di 362.000, di cui oltre 200.000 sono bambini (IOM).
In questa situazione di gravissima emergenza la popolazione ha urgente bisogno di cibo, acqua, strutture sanitarie, supporto psicologico. Gli operatori sanitari stimano che tra il 29 febbraio e il 4 marzo siano stati ricoverati almeno 200 feriti in varie strutture. Molte strutture sanitarie sono chiuse o hanno ridotto drasticamente le loro attività a causa della preoccupante carenza di medicinali e dell’assenza di personale medico: ad oggi, solo una grande struttura statale è operativa. Il servizio di trasporto marittimo che si occupa di portare anche gli aiuti umanitari da Port-au-Prince ad altre parti del Paese è stato sospeso. Attualmente sono bloccati 24 camion con attrezzature, forniture mediche e altri generi alimentari.
Una situazione devastante che va a sommarsi ad uno stato di preesistente difficoltà del Paese dove, a causa delle violenza, il numero degli sfollati, bambini in particolare, è più che raddoppiato in un anno. Condizione che potrebbe aggravarsi ulteriormente considerando che l’80% della capitale è direttamente sotto il controllo o influenzata dalle gang armate.
Nel corso dell’anno almeno 3 milioni di bambini haitiani (secondo Unicef) avranno bisogno di assistenza umanitaria a causa non solo della violenza ma anche delle malattie, oltre al collasso dei servizi e alla fame. Il livello di insicurezza alimentare ad Haiti è infatti tra i più alti del mondo: 1,4 milioni gli haitiani si trovano ad un passo dalla carestia (WFP), 1 bambino su 4 soffre di malnutrizione cronica.
In questo drammatico quadro, nonostante le estreme difficoltà e il pericolo noi di CESVI continuiamo a operare con la nostra Casa del Sorriso che si trova a Wharf Jeremie, uno dei quartieri più poveri e bisognosi della capitale di Haiti. Qui tra le baracche di lamiera, la Casa del Sorriso sorge, come un’oasi di felicità e serenità, e offre istruzione a oltre 550 bambini, dai piccoli di soli 3 anni, ospitati nell’asilo, fino ai più grandi che frequentano le scuole medie. I bambini, oltre a ricevere istruzione, educazione e avere accesso ad attività ricreative e sportive, hanno anche la possibilità di alimentarsi in maniera sana ogni giorno e di aver accesso ad acqua pulita e servizi igienico-sanitari.
“La situazione è ancora molto tesa. Nei dintorni di Wharf Jérémie le strade sono vuote, poche macchine circolano per strada, con molte carcasse e pneumatici che formano barricate. Bande armate tengono sotto sorveglianza diversi punti di accesso – racconta un nostro operatore sul campo – Nonostante la situazione estremamente critica, riusciamo a portare avanti le nostre attività e a fornire tutto il necessario ai bambini della nostra Casa del Sorriso”.
Haiti sta vivendo un momento terribile che va ad aggravare una situazione già estremamente delicata. CESVI continua la propria attività a protezione dell’infanzia cercando di offrire una vita quanto più normale possibile ai bambini più vulnerabili di Haiti. Continua a supportare la nostra Casa del Sorriso, aiutaci a continuare a dare un tetto alla speranza a chi ne ha più bisogno.