Ad un mese dallo scoppio della guerra in Ucraina, più di 10 milioni di persone hanno dovuto abbandonare le proprie case per cercare la salvezza. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, al 24 marzo i rifugiati che sono riusciti a superare i confini sono più di 4 milioni, mentre all’interno del Paese gli sfollati superano i 6,5 milioni. Sono soprattutto donne, bambini, anziani e persone con disabilità, che hanno urgente bisogno di trovare un luogo sicuro dove ripararsi e di poter avere accesso a cibo, acqua e cure mediche.
Nel frattempo, infatti, i combattimenti non accennano a diminuire. I bombardamenti sulle principali città ucraine rendono molto difficile portare gli aiuti umanitari a tutti coloro che sono rimasti accerchiati dagli scontri e intrappolati sotto le esplosioni che giorno e notte infiammano il cielo e hanno già lasciato più di un milione di ucraini senza elettricità e gas, con le temperature ancora sotto lo zero. Secondo le Nazioni Unite, le ostilità hanno già causato 1.600 feriti e circa 1.000 morti fra i civili, tenendo conto solamente delle vittime confermate e con i numeri reali indubbiamente più elevati. Si sono registrati inoltre 64 attacchi alle strutture mediche e i bombardamenti hanno colpito 548 scuole, radendone al suolo 72.
Anche al di qua dei confini, la situazione rimane drammatica. Nella sola Romania sono state accolte oltre 570.000 persone in fuga dalla guerra. Dopo giorni di viaggio e di code alla frontiera hanno bisogno di un riparo, di cibo, cure e protezione. Fra di loro sono moltissime le donne e i loro bambini che sono rimasti soli ed impauriti. Nella città di Sighet, al confine con l’Ucraina, Cesvi insieme a Sos Bambini Romania accoglie queste mamme al Centro Piccolo Principe, un luogo dove ritrovare protezione e speranza.
È qui che incontriamo Oksana, una giovane donna di 36 anni che insieme al marito e ai suoi 3 figli è riuscita a fuggire da Kyiv sotto alle bombe, senza sapere dove andare e qualcuno che li potesse aiutare. Al Piccolo Principe, Oksana e la sua famiglia hanno finalmente trovato uno spazio sicuro dove recuperare un po’ della serenità persa nella loro odissea. Hanno accesso a pasti caldi e vestiti puliti e condividono il loro tempo con altre famiglie che stanno vivendo lo stesso dramma, i bambini possono giocare, svagarsi, sentirsi al sicuro e protetti.
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© Photo credits: Roger Lo Guarro