La carenza di mascherine e dispositivi medici, l’isolamento sociale, la paura prima di uscire di casa e poi di perdere il lavoro. A due anni dall’inizio dell’emergenza Covid-19 e in occasione della drammatica ricorrenza della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus (18 marzo), Cesvi ricorda il dolore affrontato da Bergamo – città che dopo essere stata duramente colpita a livello sanitario e sociale, ha subito anche una forte crisi economica – e riporta l’attenzione sulle criticità, ancora fortissime, presenti nel Sud del mondo, dove, oltre a portare avanti gli interventi già attivati all’inizio della pandemia, abbiamo appena messo in campo 4 nuovi progetti: in Kenya, Somalia, Haiti e Myanmar.
“Sono passati due anni dall’inizio dell’emergenza che ha sconvolto il mondo e ha colpito duramente il nostro Paese e il territorio bergamasco.” – dichiara Gloria Zavatta, presidente di Fondazione Cesvi – “In tutto questo periodo oltre a continuare a sostenere i Paesi del Sud del mondo in cui da anni siamo presenti, siamo scesi in campo anche in Italia e nella città che ci ha visti nascere, Bergamo, applicando anche nel nostro territorio le competenze maturate in 35 anni di interventi nella gestione di crisi ed emergenze e mettendo in atto interventi in campo sanitario, sociale ed economico”.
Gli interventi in Italia
Cesvi si è, infatti, attivata sin dai primi mesi di pandemia per supportare l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e l’Ospedale da Campo degli Alpini, l’Azienda per la Tutela della Salute della Provincia di Bergamo e la comunità, donando circa 2,5 milioni di dispositivi di protezione individuale, 500 mascherine certificate in tessuto con schermo trasparente per lettura labiale, un cardio help, una TAC mobile, oltre 500 ventilatori polmonari, 37 letti per degenza sub-intensiva e 3 ecografi. Nei mesi più duri del lockdown siamo stati vicini agli anziani di Bergamo e Milano, attivando due progetti volti a fornire interventi legati alle prime necessità (consegna di spesa, distribuzione di medicinali a domicilio, accompagnamento per visite), supporto psicologico e aiuto tecnologico per prevenire situazioni di emarginazione e isolamento. Oltre 3.400 gli over-65 aiutati a Bergamo e Milano, grazie a più di 22.500 servizi erogati sulle due città.
Per sostenere la ripartenza economica delle attività in difficoltà e ridare speranza al tessuto produttivo urbano, Cesvi ha poi lanciato, in collaborazione con il Comune di Bergamo e Intesa Sanpaolo, il Programma Rinascimento, con il quale sono state sostenute oltre 4.000 microimprese del territorio grazie all’assegnazione di oltre 10 milioni di euro di contributi a fondo perduto, per coprire le spese che le piccole imprese commerciali e artigianali hanno dovuto sostenere durante il lockdown, parte di esse nella riprogettazione delle attività per adattarsi al nuovo contesto post Covid-19. Un esempio di partnership tra pubblico e privato che “sta ridisegnando il modello classico di aiuto adottato in queste situazioni. Un’occasione unica per rilanciare l’economia delle città”, commenta la Presidente.
Cesvi, in questo difficile anno, è stata inoltre al fianco, a livello nazionale, di una delle categorie professionali più colpite da questa emergenza: i lavoratori della musica e dello spettacolo. Con l’iniziativa Scena Unita, in collaborazione con Music Innovation Hub, La Musica Che Gira e grazie al contributo di più di 150 artisti, sono stati aiutati, grazie ai tre bandi attivati, più di 2.000 lavoratori del mondo della musica e dello spettacolo. Con l’iniziativa Insieme Per La Musica, insieme al Trio Medusa e Elio e Le Storie Tese, sono stati sostenuti 46 gruppi musicali.
Gli interventi nel mondo
In concomitanza agli interventi in Italia, Cesvi ha mantenuto alta l’attenzione anche sui Paesi del Sud del mondo. All’inizio della pandemia e nei mesi successivi abbiamo attivato progetti per contrastare la diffusione del virus anche in Palestina, Pakistan, Brasile, Perù e Libano, contesti dove l’emergenza sanitaria ha aggravato condizioni di vita già fortemente compromesse da fame, povertà e da una diffusa vulnerabilità. Cesvi, in particolare, ha distribuito dispositivi di protezione individuale per i soccorritori in prima linea, aiuti alimentari, kit per l’igiene e la cura personale e piccoli sostegni economici per le famiglie, oltre a promuovere campagne di comunicazione e sensibilizzazione relative ai rischi del Covid-19 e all’importanza dell’igiene e della prevenzione. Inoltre, in Brasile e in Libano, abbiamo riconvertito le attività dedicate all’infanzia adattandole al nuovo contesto: in Brasile sono state aiutate finora circa 200 famiglie grazie alla distribuzione di beni alimentari; in Libano, Cesvi ha supportato a distanza 1.500 bambini rifugiati della regione di Beirut e del Monte Libano provenienti da famiglie vulnerabili e a rischio abbandono scolastico coinvolti nel progetto Educazione Resiliente.
Per fronteggiare gli effetti della pandemia, tuttora molto pressante nei Paesi del Sud del mondo, Cesvi ha, inoltre, appena attivato quattro nuovi progetti in Kenya, Somalia, Myanmar e Haiti, rispondendo alle specifiche necessità di ciascun Paese. In Kenya e in Somalia abbiamo promosso interventi per arginare la diffusione del virus come stazioni per il lavaggio delle mani, campagne di sensibilizzazione e distribuzione di dispositivi di protezione oltre a un programma di sostegno economico concepito per mitigare le conseguenze economiche della pandemia. Ad Haiti il progetto messo in campo da Cesvi promuoverà il rilancio dell’economia locale sostenendo attività di quelle famiglie e di quelle comunità più vulnerabili che hanno subito danni socioeconomici del Covid-19 aggravando le preesistenti fragilità, disuguaglianze e ingiustizie. In Myanmar, dove la pandemia ha causato un crollo degli arrivi turistici internazionali aggravando la crisi socio-economica che sta colpendo il Paese, ci siamo attivati per sostenere il futuro dei giovani, fornendo loro strumenti e competenze necessarie per avviare nuove microimprese nel settore dell’agricoltura.
Parallelamente ai progetti per contrastare l’emergenza Covid-19, Cesvi si è subito attivata per aiutare la popolazione colpita dalla guerra in Ucraina. “Lo stesso modello di intervento basato sulla rapidità d’azione che ci ha permesso di affrontare rapidamente la pandemia in Italia e nel mondo ora ci sta guidando anche per l’emergenza in Ucraina dove stiamo portando aiuti concreti alla popolazione civile”, conclude Piersilvio Fagiano, Direttore Generale della Fondazione. Cesvi in questi giorni sta infatti lavorando ininterrottamente per portare supporto alla popolazione duramente colpita dalla guerra in Ucraina con particolare attenzione alle persone con bisogni speciali, come i bambini, le donne e gli anziani.
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